Messina Denaro, parla l’oncologo di Trapani: “Non lo conoscevo”
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Zerilli, infatti, è indagato per favoreggiamento personale in relazione alla presunta latitanza di Messina Denaro, il noto boss mafioso di Castelvetrano. La posizione del direttore della clinica oncologica è stata ritenuta di interesse dalla procura di Trapani, che ha ordinato una perquisizione nei locali della struttura sanitaria.
Nel comunicato, Zerilli sostiene di non aver mai avuto alcuna relazione con Messina Denaro e di non aver mai ricevuto pressioni o richieste di alcun genere da parte del boss. Altresi, conferma di aver sempre rispettato le leggi e di aver agito con professionalità e esperienza, nel corso dei suoi compiti istituzionali.
Zerilli mette in rilievo altresi di essere a disposizione della magistratura per fornire tutte le informazioni necessarie e di essere certo che verranno considerate con la dovuta attenzione. Alla fine, conclude la nota affermando di essere pronto a collaborare con la magistratura in modo che la verità possa emergere.
Zerilli ha sottolineato di aver sempre esercitato la professione con scienza e coscienza e di aver fissato una visita presso l’Unità che dirige, in data 9 Dicembre 2020, per Andrea Bonafede (alias Matteo Messina Denaro). Ha altresi sottolineato che non ci sono altri documenti che attestano la presenza del paziente presso l’ospedale di Trapani.
Zerilli ha ripetuto che, come medico, ha agito nel rispetto della deontologia medica e che non ha mai avuto alcun legame con Messina Denaro. Ha altresi sottolineato che la sua condotta professionale è sempre stata improntata al massimo rispetto delle norme e della legge.
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