Rinvio a giudizio per Omicidio Dell’Albani a Giarratana
La storia di un omicidio e il processo che ne segue
Il Gup del Tribunale ha rinviato a giudizio per il 22 marzo davanti alla Corte d’Assise di Siracusa Mariano Barresi, il sessantaseienne pensionato che uccise il 4 marzo del 2023 la cognata Rosalba Dell’Albani, 51 anni, a Giarratana. Costituite le parti civili, il marito ed i figli della vittima con gli avvocati Gianluca Nobile e Mariachiara Mollica. Queste hanno chiesto ed ottenuto il sequestro conservativo dei beni di Barresi, poiché a loro dire c’è rischio di dispersione del denaro, a garanzia del pagamento del risarcimento danni. Il pm Gaetano Scollo si é rimesso al giudice.
Risarcimento danni e richiesta di sequestro conservativo
La famiglia della vittima ha chiesto e ottenuto il sequestro conservativo dei beni di Mariano Barresi, poiché teme che possa disperdere il denaro necessario per il risarcimento danni. La situazione è resa ancora più complessa dalla presenza del pensionato in cella a Caltagirone, in attesa del processo che si terrà il prossimo 22 marzo davanti alla Corte d’Assise di Siracusa.
La difesa chiede una perizia psichiatrica
La difesa ha chiesto la perizia psichiatrica e le altre parti si sono opposte. Il giudice ha respinto la richiesta. Per l’avvocato Crisanti la perizia trovava fondamento proprio nelle intercettazioni (dove i familiari si rimproverano di aver sottovalutato il malessere evidentissimo) e nelle testimonianze di tutti i testi che ne erano a conoscenza. Il rischio suicidario è emerso dalla relazione di un consulente di parte, lo psichiatra forense Silvio Ciappi.
Accuse e motivazioni dell’omicidio
Il pensionato è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dagli abbietti e futili motivi, dalla crudeltà, e dall’avere commesso il delitto in circostanze tali da ostacolare la privata difesa. Secondo la Procura di Ragusa, Barresi avrebbe colpito la donna di notte, limitandone così ulteriormente anche le possibilità di difendersi; ha pugnalato la donna al collo recidendone la carotide ed è rimasto a guardarla agonizzante per 3o dopo i fatti, era presente in aula. Si trova in cella a Caltagirone. L’avviso di conclusione indagini è stato firmato dal pubblico ministero Gaetano Scollo, il magistrato subentrato al collega Emanuele Vadalà trasferito a Catania e dal procuratore capo facenti funzioni Marco Rota.
Questa tragica storia continua a tenere banco in Sicilia, mentre le parti coinvolte si preparano per il processo che si terrà a breve davanti alla Corte d’Assise di Siracusa.
– Omicidio volontario
– Corte d’Assise di Siracusa
– Perizia psichiatrica
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