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Tindari, le spiagge, le cose da visitare e gli hotel consigliati

Patrimonio storico e archeologico

Tindari, una parte del comune di Patti, è una meta che attrae turisti con il suo ricco bagaglio storico, archeologico e paesaggistico.

Indirizzo: Via Teatro Greco 36
 98066 Tindari
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Tindari

Un borgo nel comune di Patti, è una rinomata destinazione turistica situata nella provincia di Messina, celebre non solo per il suo ricco patrimonio storico e architettonico, ma anche per le sue bellezze naturali. Collocata su un promontorio nei Monti Nebrodi, Tindari gode di una posizione strategica che la incornicia nel Golfo di Patti, con le Isole Eolie a nord, la penisola di Milazzo a est e l’intera catena dei Peloritani a sud, offrendo ai visitatori panorami veramente mozzafiato.

Le sue origini risalgono a tempi molto antichi, poiché si narra che sia stata fondata nel 396 a.C. da Dionisio I di Siracusa e prendesse il nome da Tyndaris, re di Sparta. Questo luogo, in cui si intrecciano storia, mito, leggende e archeologia, è stato anche una grande fonte di ispirazione per lo scrittore Andrea Camilleri, che ha ambientato un episodio del Commissario Montalbano proprio qui.

Cosa vedere intorno a Tindari

Oltre a poter visitare l’Area Archeologica e la bellissima Basilica Santuario di Maria Santissima, Tindari offre luoghi immersi nel verde tutti da scoprire. I visitatori possono prendersi del tempo per visitare il centro antico di questa località, per fare un’escursione presso il Sentiero Coda di Volpe o ritagliarsi qualche ora di relax presso la spiaggia di Marinello.

Santuario di Tindari

La Basilica Santuario di Maria Santissima è uno dei luoghi sacri più importanti non solo di Tindari ma di tutta la Sicilia e si trova nella parte più orientale del promontorio dove un tempo sorgeva l’acropoli. Il Santuario è stato edificato nel luogo in cui un tempo si trovava un precedente edificio religioso che fu distrutto durante l’invasione ottomana e ricostruito a metà del Cinquecento. Nel 1953 si resero necessari lavori di ampliamento e ristrutturazione del Santuario che portarono alla costruzione dell’attuale edificio caratterizzato da una pianta a croce latina con tre navate, transetto quadrato e abside semicircolare.

Simbolo del Santuario è sicuramente la Madonna Nera realizzata in legno di cedro con fattezze orientaleggianti e datata tra l’VIII e il IX secolo. Secondo una leggenda la nave che trasportava la statua si riparò nella baia di Tindari a causa di una forte tempesta ma una volta tornato il sereno questa non riusciva a riprendere il largo a causa del carico pesante. Sembra, però, che dopo aver depositato la statua della Madonna l’imbarcazione riuscì a riprendere la navigazione. La statua fu subito collocata nella chiesetta che si trovava nel punto più alto del paese e dal quel momento è diventata meta di numerosi pellegrinaggi. La Madonna Nera di Tindari è rappresentata con una corona in testa nella posizione della “Regina in trono” e regge in braccio il Bambino Gesù.

Parco Archeologico di Tindari

L’Area Archeologica si sviluppa tra Tindari e la città di Patti ed è di grande rilevanza storica dato che qui sono stati rinvenuti numerosi reperti che si possono ora ammirare presso il museo dell’Antiquarium. Gli scavi eseguiti hanno reso possibile recuperare la struttura urbana romana con la suddivisione in cardi e decumani, diverse tabernae, importanti domus, ville ed edifici come il Ginnasio e il Teatro.

Studi svolti sul Teatro, in particolare, fecero emergere che questo era già stato costruito dai greci nel IV secolo a.C. e fu poi rimaneggiato dai romani per renderlo un anfiteatro adatto ai giochi dei gladiatori. Tra i rinvenimenti ci sono stati anche resti di templi, come quelli dedicati a Giove e a Nettuno.

Cattedrale di San Bartolomeo di Patti

La Cattedrale di San Bartolomeo, voluta da Ruggero d’Altavilla nell’XI secolo, è stata costruita al posto di una fortezza che aveva il ruolo di roccaforte militare. Diverse scosse di terremoto hanno causato danni alla Cattedrale che ha subito numerose modifiche e ristrutturazioni nel corso del tempo. L’edificio religioso si presenta ora come un mix di stili che si possono ammirare nel portale in stile arabo-normanno, nel portico meridionale in stile barocco e nelle diverse decorazioni realizzate in pietra lavica e marmo bianco.

Riserva naturale Laghetti di Marinello

La zona dei Laghetti di Marinello, meglio nota come Riserva Naturale Orientata dei Laghetti di Marinello, si trova sotto il promontorio che ospita il Santuario di Tindari. Questa zona chiamata anche Mare Secco è composta da aree sabbiose e da laghetti d’acqua che sono nati in seguito a degli interventi artificiali effettuati a valle del torrente Timeto. La natura e la conformazione di questi splendidi specchi d’acqua fanno sì che il loro numero e la forma vari in base alle maree e alle stagioni.

Sentiero naturalistico Coda di Volpe

Dalla Riserva dei Laghetti parte anche il famoso Sentiero Coda di Volpe, un tragitto utilizzato un tempo per collegare il centro di Tindari con il porto dell’antica colonia. Il nome di questo itinerario deriva dalla sua particolare forma che ricorda proprio la coda di una volpe.

L’itinerario che prima era la via di pellegrinaggio percorsa per raggiungere il Santuario della Madonna Nera è lungo circa 1,2 km e attraversa zona caratterizzate dalla macchia mediterranea. La sua particolarità, però, risiede nei meravigliosi paesaggi presenti che vanno dai Laghetti di Marinello al Golfo di Patti fino a concedere, talvolta, anche una vista sulle Isole Eolie.

Spiagge nei dintorni di Tindari

Nel suggestivo contesto naturale ai piedi del centro storico di Tindari si trova la Spiaggia di Marinello, situata all’interno della Riserva dei Laghetti di Marinello. Questo litorale, celebre per la sua particolare conformazione, è incastonato tra Milazzo e Capo d’Orlando e si estende per circa 2 km lungo la costa.

Circondata dalla bellezza della natura incontaminata, la spiaggia di Marinello è bagnata da un mare limpido e cristallino ed è caratterizzata da una sabbia morbida e fine. Questo tratto di costa offre sia una zona attrezzata che una zona libera. Nei pressi della spiaggia si trova anche una grotta, che secondo una leggenda, era abitata da una maga che attirava i marinai con il suo canto per poi mangiarli.

A circa 5 km da Tindari, si trova il piccolo borgo di Mongiove, che ospita una spiaggia sabbiosa davvero bella, con acque marine cristalline che racchiudono grotte e faraglioni non troppo distanti dalla riva. Altre spiagge nelle vicinanze includono Marina di Patti, composta da sabbia e ghiaia, Galice e Gioiosa Marea.

Dove dormire a Tindari

A Tindari non sono presenti strutture alberghiere, pertanto la soluzione più indicata è quella di alloggiare nelle località limitrofe, come Patti, Mongiove o Oliveri. In queste città sono disponibili diverse opzioni di alloggio, che spaziano dagli hotel ai B&B, dalle sistemazioni in residenze d’epoca alle case vacanza.

Controlla disponibilità vicino Tindari

Come raggiungere Tindari

Tindari è facilmente accessibile in auto dalle principali località della Sicilia. Da Messina, si può percorrere l’autostrada A20 fino all’uscita Falcone e, da lì, prendere la SS 113 e successivamente la SP107 fino a Tindari.
Da Palermo, invece, si può seguire sempre l’autostrada A20 fino all’uscita Patti e quindi prendere la Strada Statale 113. La località è anche raggiungibile in auto da Catania, sia percorrendo la A20, sia prendendo la SS116 e la SP120.

Nelle vicinanze di Tindari si trovano le stazioni ferroviarie di Oliveri-Tindari e Patti, entrambe situate lungo la linea ferroviaria Palermo – Messina.
Gli aeroporti più vicini sono l’Aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, distante circa 200 km, e l’Aeroporto Fontanarossa, distante circa 130 km.

L’Antica Tyndaris

Le informazioni riguardanti l’antica storia di Tindari sono scarse e frammentarie.
La città greca “Tyndaris” fu fondata nel 396 a.C. da Dionigi di Siracusa come punto strategico del suo controllo sulla costa tirrenica.

Nel 344 a.C., si unì al corinzio Timoleonte incaricato di ristabilire la democrazia a Siracusa, che era stata turbata da gravi agitazioni politiche interne e dalla minaccia cartaginese.
Si ritiene che nella seconda metà del IV secolo una federazione di piccoli centri costieri siciliani di fronte alle Isole Eolie fosse guidata da Tindari. Questo è dimostrato dalla presenza nell’area dell’eroe fondatore di Achatyrnon.

Tyndarys è menzionata anche nell’epoca di Ierone II, durante le sue campagne contro i Mamertini. Nel 270 a.C., il sovrano di Siracusa avanzò su Alesia, Abakanion e Tyndaris, accerchiando i suoi nemici e sconfiggendoli successivamente nella battaglia del fiume Longano, dopo essersi assicurato Tauromenion e Ameselon.

Durante la prima guerra punica, i Cartaginesi istituirono un presidio a Tyndaris. Sospettando che la popolazione fosse favorevole ai Romani, trasferirono i cittadini più importanti come ostaggi a Lilibeo. Dopo la caduta di Palermo nel 254 a.C., Tyndaris e altri centri si consegnarono spontaneamente ai Romani e divennero parte della provincia romana di Sicilia.

Nel 146 a.C., i Tindaritani si unirono a Scipione Emiliano nella terza guerra punica. Durante questo periodo, Scipione restituì loro la statua di Mercurio, che era stata rubata dai Cartaginesi. Dopo la fine delle guerre puniche, Tyndaris fu una delle 17 città siciliane alleate di Roma, autorizzate a offrire una corona a Venere Ericina.

L’avidità di Verre portò Tyndaris a essere saccheggiata. Verre portò persino la statua di Mercurio nella sua villa a Messina. La città ebbe un ruolo rilevante nelle denunce contro le violenze perpetrate dal propretore.

Nel 40 a.C., la città fu catturata da Sesto Pompeo e utilizzata da lui nella lotta contro Ottaviano. Tuttavia, Agrippa riuscì a conquistarla. Augusto diede a Tyndaris uno slancio nel 22-21 a.C., concedendole lo status di colonia, registrato nelle iscrizioni come “Colonia Augusta Tyndaritanorum”.

Nel primo secolo dopo Cristo, Tyndaris sembra sia stata colpita da un disastro naturale che ha inghiottito parte della città, secondo Plinio addirittura “dimidiam Tyndarica urbem”. Questo evento potrebbe essere avvenuto successivamente al periodo di Stabone (66 a.C. – 24 d.C.).

Dal 535 all’836 d.C., la città fu sotto il dominio bizantino e divenne una sede vescovile nel quinto secolo. Gli Arabi distrussero Tyndaris nel nono secolo, e la storia della città e della sua diocesi cadde nell’oscurità.

I reperti archeologici a Tyndaris sono di grande interesse e offrono una visione della sua storia antica. Molti di essi sono stati scoperti soprattutto negli anni ’50 e ’60. Nonostante la mancanza di templi visibili tra le rovine dell’antica Tyndaris, le emissioni monetali riflettono un pantheon variegato e ricco. I primi quattro secoli della storia di Tyndaris sono caratterizzati da trentasei serie di monete, suddivise in tre periodi.

I resti imponenti e importanti dell’antica Tyndaris includono le ampie mura perimetrali della città, l’anfiteatro romano, la basilica, le terme, alcune case e strade con mosaici significativi. Il museo ospita reperti archeologici di grande valore. I visitatori che si spostano oltre il Santuario troveranno i resti dell’antica Tyndaris, scoperti e preservati dalla Sovrintendenza alle antichità.

Dove si trova Tindari

Posizionata nel nord della Sicilia, Tindari è frazione del comune di Patti, situata a 25 km da Milazzo, 59 km da Messina e 107 km da Cefalù.

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Aggiornato il: 18/08/2023 23:20:21

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