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Procura di Palermo chiede 13 anni di condanna per ‘postino’ Di Messina Denaro

La procura di Palermo ha chiesto la condanna a 13 anni di Andrea Bonafede per associazione mafiosa. Inizialmente l’imputazione era di favoreggiamento aggravato, ma gli imputati hanno scoperto nuove prove che hanno portato a modificare l’accusa. Secondo l’accusa, Bonafede avrebbe fatto da intermediario tra Messina Denaro e il medico Alfonso Tumbarello, fornendo prescrizioni e ricette al boss latitante. Bonafede avrebbe anche assicurato assistenza continua a Messina Denaro, che è affetto da cancro. Bonafede ha dichiarato di aver consegnato i documenti al cugino pensando che fosse il paziente e non il latitante. Tuttavia, dalle indagini è emerso che Bonafede avrebbe attivato due nuove sim card per un cellulare, che i magistrati ritengono siano state utilizzate dal latitante. La difesa avrà la parola il 26 ottobre. Questa vicenda è emersa da un pizzino trovato nella casa della sorella di Messina Denaro, che conteneva annotazioni sul suo percorso sanitario. I carabinieri hanno tracciato il cellulare di Bonafede e hanno scoperto che era vicino a quello di Messina Denaro, mentre Bonafede era in ospedale per una visita ma si trattava in realtà del boss latitante. I contatti tra i due si sono interrotti il 9 novembre e sono ripresi il 14 novembre, quando Messina Denaro è stato operato per la prima volta.

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