Apprendi: “Pd lontano dagli ultimi, Sicilia cambi dirigenti”
Pino Apprendi: dalle musiche folk alla difesa dei diritti dei detenuti
Nelle sue tante vite, è stato musicista folk, vigile del fuoco, sindacalista, consigliere comunale e deputato regionale di centrosinistra. Dopo la mancata rielezione all’Ars, ha riposto nel cassetto la tessera di partito per dedicarsi alle battaglie per i diritti civili. Pino Apprendi, 73 anni, da un anno è il garante dei diritti dei detenuti per il Comune di Palermo: «Il Pd — si rammarica — è lontano dai nuovi poveri e dagli schiavi del lavoro. Nemmeno la nuova segretaria Elly Schlein ha fatto cambiare la rotta».
Il sogno della divisa da pompiere
«Da bambino vivevo nelle case popolari di via Mascagni. Un quartiere pieno di giardini e alberi di mandarino, prima del sacco di Palermo. Ero l’ottavo di nove figli, mio padre era un operaio dei cantieri navali, segretario di una delle prime sezioni del Pci in città. Morì a 57 anni. Il mio mentore è stato uno dei miei fratelli, anche lui operaio navale, tra i promotori di una cooperativa rossa che realizzò il palazzo con 183 appartamenti in corso Calatafimi, ribattezzato il Cremlino. Io però avevo un altro sogno. Nel mio condominio vivevano due vigili del fuoco, li ho sempre guardati con ammirazione».
Un percorso fatto di passione e impegno sociale
«A 14 anni mi ritirai dall’istituto tecnico industriale perché non potevo comprare i libri. Andai a lavorare in una fabbrica di anice e continuai a dedicarmi all’altra mia grande passione: il canto popolare siciliano. Entrai a far parte di un gruppo folk e poi fondai una band con la quale ho girato il mondo. A 18 anni scelsi di fare il servizio di leva nei vigili del fuoco, un anno dopo partecipai al concorso nazionale per l’assunzione di cento pompieri e lo vinsi. Andai a lavorare per tre anni a Trapani».
Un impegno attuale nei confronti dei detenuti
«Nel 1972 scoppiò una rivolta nel carcere della Colombaia a Trapani e andai a spegnere le fiamme dentro le celle. Rimasi a parlare con i detenuti e fui molto colpito dalle loro storie. Sei anni fa, ho fondato con quattro amici l’associazione Antigone».
Criticità delle carceri palermitane e visione politica
«L’incarico di garante mi dà la possibilità di parlare con i detenuti e ho scoperto realtà sconvolgenti. Credo che la pena vada scontata nel rispetto della dignità della persona, cercando di far soffrire meno possibile i familiari. Invece ci sono problemi persino per l’approvvigionamento di farmaci e l’accesso alle visite specialistiche. Stiamo tentando di fare entrare in carcere l’associazione Samot, che si occupa di cure palliative, e lottiamo per dare la possibilità ai detenuti di ricevere la cannabis terapeutica, oggi negata».
La svolta politica e le critiche al Pd
«Alle ultime regionali mi sono candidato nella lista dei Cento Passi di Claudio Fava. Il Pd siciliano ha imbarcato gente che non aveva nulla a che spartire con i suoi valori e la sua storia. Penso a Francantonio Genovese a Messina, a Marco Zambuto ad Agrigento, a Luca Sammartino e Valeria Sudano a Catania, tutti passati nel centrodestra. Era un trapianto di cui conoscevamo già l’esito, eppure chi stava ai vertici del partito ha assecondato questa operazione per accaparrarsi voti, senza pensare a quello che avrebbe significato per l’opinione pubblica di sinistra».
Visione futura della politica e delle battaglie per i diritti civili
«Se il Pd sfonda al centro storico e in via Libertà e non nelle periferie, significa che è un partito scollato dalla realtà. Vorrei sapere quante volte consiglieri e deputati vanno a Ballarò, allo Zen, al Cep durante il loro mandato. Il Pd è lontano dagli sfruttati e dai nuovi poveri, non ha un rapporto con l’ultimo gradino del mondo del lavoro. Avevo sperato che con Schlein cambiasse qualcosa ma non ha avuto il coraggio di rinnovare i quadri dirigenti del partito. Io continuo a sentirmi uomo di sinistra, ma orfano di un partito. Per questo ho scelto di fare politica sociale da comune cittadino».
– Pino Apprendi
– Elly Schlein
– Claudio Fava
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