I medici dell’ospedale Cervello hanno optato per un intervento chirurgico anziché terapie conservative per curare una cisti al polso di una paziente. L’intervento ha causato una lesione ad un tendine e ha richiesto una seconda operazione. La paziente ha chiesto un risarcimento per i danni subiti sin dal 2013. Dopo essere stato inizialmente respinto dal tribunale civile nel 2016, il suo ricorso è stato accolto dalla Corte d’Appello che ha condannato l’azienda ospedaliera a pagare quasi 15.000 euro alla donna. La sentenza è ora definitive. Durante il primo intervento nel 2008, i medici si sono accorti della lesione al tendine e hanno deciso di curarla. Tuttavia, la donna ha continuato ad avere dolore e ha subito un secondo intervento qualche mese dopo. Gli esperti medici hanno stabilito che l’operazione era conforme alla buona pratica clinica, ma hanno notato che l’asportazione completa della cisti ha indebolito il tendine, causando la rottura. Inoltre, la gestione postto a un risarcimento.
Toglie una cisti e si ritrova con un tendine rotto: dopo 15 anni l’ospedale Cervello condannato a risarcirla
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Palermo GN