Marcia per la pace: Lorefice e l’imam uniti contro la guerra
Manifestazione per la pace a Palermo: l’appello dell’arcivescovo
«L’inizio del 2024 appare segnato da un incupimento profondo dello scenario planetario, attraversato da ulteriori venti di guerra. Ai conflitti che da decenni interessano diversi Paesi del continente asiatico e di quello africano (dall’Etiopia allo Yemen, dal Sudan al Congo), si sono aggiunti prima la terribile guerra in Ucraina e ora la destabilizzazione del Medio Oriente, dove la guerra pare spargersi giorno per giorno». Ai piedi del Teatro Massimo l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice apre la manifestazione per la pace organizzata dall’arcidiocesi.
Un grande abbraccio ideale
Una vasta realtà composta da cercatori di pace, comunità, movimenti e associazioni di diversa ispirazione, si è ritrovata anche a Palermo per testimoniare insieme il proprio desiderio di pace. Culture e popoli che abitano la città si sono riuniti in un grande abbraccio ideale, così come hanno fatto l’arcivescovo e l’imam della moschea del capoluogo siciliano, Badri El Madani davanti alle centinaia di persone che hanno aderito all’iniziativa.
Uniti per la promozione dei diritti e della pace
I due religiosi sono sempre più uniti in un percorso che li vede principali attori della promozione dei diritti, del rispetto e della pace. «Deve cessare immediatamente il fuoco delle armi – il grido di Lorefice – noi siamo dalla parte dei bambini. Chi pensa che l’assurda guerra della Russia in Ucraina possa concludersi con vinti e vincitori; chi sostiene logiche di opposizione, di dominio; chi misura la forza di un popolo dal potenziale atomico di distruzione – ha aggiunto l’arcivescovo -; chi ritiene che l’attacco ignobile ai civili inermi da parte di Hamas sia un passo utile e giustificato; chi sostiene che la via intrapresa da Israele, quella di una guerra senza quartiere che massacra i civili, donne e bambini inermi, e sembra puntare all’estinzione stessa del popolo palestinese, abbia una qualche ragione storica e politica; chi ritiene di risolvere il fenomeno migratorio con la negazione della dignità umana, i lager e i respingimenti. Ecco, tutti costoro – ha tuonato don Corrado – sono fuori dalla logica di Dio perché si sono posti fuori dalla logica dell’umano. Bestemmiano i nomi di Dio. Siamo qui per costruire un presente umano nel giorno dell’Epifania».
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