Un commesso giudiziario di Palermo è stato arrestato con l’accusa di aver passato informazioni riservate a indagati e a un boss mafioso. L’uomo avrebbe fotografato carte processuali ancora segrete e le avrebbe condivise tramite Whatsapp. Avrebbe anche comunicato le proroghe delle intercettazioni. L’ex Pip è stato scoperto grazie a un spyware installato nel suo telefono che ha registrato tutte le sue attività e le persone con cui parlava. Avrebbe sottratto un hard disk da un fascicolo che doveva consegnare e l’avrebbe passato al nipote del capomafia. Durante gli incontri, l’uomo si sentiva potente e inattaccabile, ma alla fine è stato arrestato e accusato di favoreggiamento.
La doppia vita del commesso giudiziario, la mattina in procura, il pomeriggio nell’azienda del suocero dalla Sicilia
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