La storia riguarda l’elsa di una spada conficcata nel portone di un antico seminario arcivescovile a Palermo. Secondo la leggenda, l’arma sarebbe rimasta lì come testimonianza di un delitto avvenuto nel 1160, quando Matteo Bonello e il Vescovo Ugo uccisero il primo ministro Guglielmo I. Bonello era nemico politico di Guglielmo e si era unito a una congiura per eliminarlo. Nel frattempo, anche l’Ammiraglio e l’Arcivescovo avevano cominciato a tramare l’uno contro l’altro. Bonello, approfittando di una malattia del Vescovo, lo informò dell’arrivo imminente di Guglielmo per ucciderlo. Bonello tendette un’imboscata lungo il percorso di Guglielmo, che alla fine fu ucciso da Bonello stesso. Dopo la morte di Guglielmo, Bonello fuggì a Caccamo, ma tornò in città come liberatore e ricevette gli onori da Re Guglielmo. Tuttavia, Bonello fu coinvolto in una successiva congiura che portò alla prigionia del re. Anche se riuscì a scampare, Bonello fu poi tradito e punito da Re Guglielmo. L’elsa conficcata nel portone del seminario arcivescovile sarebbe un monito perpetuo ai potenti.
Il mistero della “spada nella porta”: perché è conficcata in un antico palazzo di Palermo
Tutte le Notizie
Palermo GN