Il Cassaro Vecchio, strada storica di Palermo

Da dove viene la parola cassaro
La parola “cassaro” deriva dall’arabo qaṣr (قَصْر), che significa “castello” o “fortezza”. Questo termine fu introdotto in Sicilia durante la dominazione araba (IX-XI secolo) e indicava in origine una struttura fortificata o il nucleo centrale di una città protetto da mura. In particolare, a Palermo il “Cassaro” era la via principale che collegava la città fortificata con il mare, e il nome si riferiva proprio alla funzione di difesa e protezione della zona.L’etimologia araba qaṣr è a sua volta un prestito dal latino castrum, che significa “accampamento militare”, “castello” o “fortilizio”. Questo spiega la presenza di toponimi simili in molte aree della Sicilia con una storia di dominazione araba, dove il termine veniva usato per indicare sia fortificazioni sia le principali arterie urbane che attraversavano questi centri difesi.
In sintesi, la parola “cassaro” ha origine araba e latina, e il suo significato è strettamente legato alla funzione di castello, fortezza o strada principale di una città fortificata in epoca medievale.
Via Vittorio Emanuele, Palermo
Dove si trova il Cassaro?
Il Cassaro si trova a Palermo ed è la strada più antica della città, oggi ufficialmente chiamata Via Vittorio Emanuele. Si estende in linea retta da Porta Nuova, situata vicino al Palazzo dei Normanni e Piazza Indipendenza, fino a Porta Felice, che si affaccia sul mare. Questo asse attraversa il cuore del centro storico palermitano e collega alcuni dei principali monumenti della città, tra cui la Cattedrale di Palermo, il Palazzo dei Normanni e i Quattro Canti, l’incrocio che segna il punto d’incontro dei quattro storici quartieri cittadini.Il Cassaro rappresenta quindi non solo una via storica, ma anche il fulcro monumentale e culturale di Palermo, racchiuso tra due porte monumentali: Porta Nuova a monte e Porta Felice verso il mare.
Un po di storia e le bellezze del cassaro
La strada venne tracciata dai Fenici e tagliava in due parti il centro urbano, collegando l’originario porto alla necropoli.In epoca araba divenne l’asse viario principale, da cui si diramavano le varie strade secondarie.
In vicolo Castelnuovo, che si diparte proprio da via Vittorio Emanuele, si trova Palazzo Cottone, in stile barocco, con un elegante atrio porticato.
Procedendo per il Cassaro si incrocia un palazzo settecentesco con portale e atrio.
Nel contiguo vicolo San Giuseppe vi è una graziosa edicola, del 1794, della Vergine delle Grazie.
Nella seconda metà del XVII secolo le ricche monache basiliane ebbero l’ambizione di costruire un tempio che fosse tra i più sontuosi della città.
Affidarono il progetto al celebre architetto Paolo Amato. Sorse così la chiesa del Santissimo Salvatore, uno dei più alti esempi del barocco fiorito palermitano, che fu consacrata nel 1704.
Delle molte opere presenti un tempo non resta che un crocifisso con i santi Michele Arcangelo e Gaetano.
Annesso alla chiesa, c’era il monastero basiliano, fondato nel 1072.
Era uno dei più grandi della città, ma è stato quasi del tutto distrutto sotto i bombardamenti.
Nella salita del Santissimo Salvatore noterete Palazzo Natoli, del 1765, mentre la chiesa di Santa Maria del Giusino si trova nel vicolo omonimo. Custodisce sei statue allegoriche in stucco di Giacomo Serpotta. In via del Protonotaro sorgono i resti di un edificio di età normanna. Di fronte vi è il settecentesco Palazzo Papè di Valdina. La chiesa di San Giovanni l’Origlione è ubicata nell’omonima piazzetta.
La noterete per le notevoli decorazioni scultoree. L’interno è ornato di stucchi dorati. Interessante, nell’altare sulla destra, un grande quadro di fine Settecento che rappresenta la Distruzione degli idoli.
Sempre in questa zona si trova il Collegio Massimo dei gesuiti, oggi sede della Biblioteca Regionale Siciliana.
Vi si accede attraverso il portale dell’ex chiesa di Santa Maria della Grotta e il suo caratteristico cortile ad archi. Il palazzo, danneggiato dal secondo conflitto mondiale, è stato sottoposto a radicali restauri. Per un ampio scalone, eretto sacrificando l’interno della chiesa, si sale alla biblioteca ricca di circa quattrocentomila volumi, tra cui raccolte di testi autografi, carteggi epistolari, incunaboli, codici miniati. Annessa all’ex collegio dei gesuiti vi è la chiesa di Santa Maria della Grotta, edificata nel 1615 e impreziosita da decori nel 1700. Sempre qui vicino, il seicentesco Palazzo Mango di Casalgerardo. La passeggiata nel Cassaro prosegue con la visita a Palazzo Castrone, uno dei più significativi esempi di architettura civile del manierismo giunto in Sicilia nella seconda metà del Cinquecento. Nel cortile si trova un’originale edicola con una fontana cinquecentesca adornata con le sculture di Perseo e Andromeda.
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