Sequestrati 6 milioni al clan di Santa Rosalia.

Le indagini e le misure cautelari

La polizia economico-finanziaria di Palermo ha eseguito il sequestro di sei milioni di euro di beni appartenenti a otto presunti membri della famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia, nel mandato di Pagliarelli di Palermo. Gli accusati, indagati per traffico di sostanze stupefacenti e trasferimento fraudolento di valori con finalità mafiosa, sono stati identificati come Giovanni Cancemi, Andrea Ferrante, Rosaria Leale, Francesco Maniscalco, Silvestre Maniscalco, Rosario Manno, Leonardo Marino e Salvatore Sorrentino.

Il controllo del tessuto economico del territorio e le misure cautelari

Secondo l’accusa, la famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia avrebbe condizionato il tessuto economico del territorio, controllando attività come la vendita ambulante di pane, la fornitura in regime di monopolio dei fiori e persino gli affari immobiliari e le aziende del settore edile. Le indagini hanno portato anche al blocco di un corriere con sette chili di droga, nonché al sequestro di 13 immobili, sette attività economiche e sei veicoli.

Le implicazioni economiche e sociali

Le attività della famiglia mafiosa avrebbero avuto implicazioni profonde sul tessuto economico e sociale del territorio, arrivando persino a influenzare il reddito di cittadinanza di alcune persone coinvolte nell’inchiesta. Il pagamento di un grosso quantitativo di droga per circa 700mila euro è stato ricostruito durante le indagini.

Le conseguenze e le prospettive future

Le misure cautelari eseguite hanno sospeso il reddito di cittadinanza per venti persone coinvolte nell’inchiesta, mentre per 25 è stato disposto il carcere. Il provvedimento di sequestro dei beni è stato disposto per la sproporzione dei valori rispetto alla loro reale capacità reddituale, e potrebbe avere conseguenze significative sul panorama economico e sociale del territorio interessato.