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A Calatafimi la mafia del pizzo, tre condanne e due assolti


Due le condanne, tre le assoluzioni. È arrivata la sentenza dopo tre ore circa di camera di consiglio, del processo Ruina che si celebrava con il rito ordinario innanzi il tribunale di Trapani (presidente, giudice Daniela Troja). Condannato a 13 anni Giuseppe Aceste di Calatafimi, per lui il pm della Procura antimafia di Palermo, Pierangelo Padova, aveva chiesto 20 anni. Condannato anche un altro calatafimese, Giuseppe Fanara a 12 e sei mesi, il pm per lui aveva chiesto 18 anni.

Assolti gli altri tre imputati: Salvatore Barone (per lui la richiesta di condanna era di 16 anni), Stefano Leo (richiesta di condanna 18 anni) e Leonardo Urso (richiesta di condanna sei anni).
«Sono stati anni difficili per Barone sempre in silenzio anche quando tutti i giudici che si sono susseguiti gli davano ragione – sottolinea alla fine dell’udienza l’avvocato Massimo Zaccarini -. Il Gip di Palermo che lo ha scarcerato, il tribunale del riesame in due composizioni e perfino il Tribunale delle misure di prevenzione rigettando la domanda di prevenzione. Mai una parola. Oggi il Tribunale di Trapani, giudice Daniela Troja ha scritto la parola fine assolvendo il mio assistito dall’accusa infamante in suo danno. Questa difesa ha dimostrato punto per punto le mancanze e le inesattezze delle indagine ed evidentemente ha colto nel segno come dimostra la sentenza di assoluzione. Ci auguriamo – conclude Zaccarini – che si possa scrivere la parola fine una volta per tutte dopo i tanti provvedimenti positivi».

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