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Proteste e tensioni a Palermo dopo il cane bruciato vivo

Protesta a Palermo: indignazione per la morte del cane Aron

«Vergogna». «Giustizia». Da via delle Croci a Palermo si leva alto il grido della folla: centinaia di cittadini si sono riuniti questo pomeriggio nel luogo in cui lo scorso 9 gennaio un uomo ha dato fuoco al proprio cane pitbull, Aron, morto in seguito alle ustioni. Una rabbia esplosa sui social e sullo stesso padrone dell’animale, che nei giorni scorsi si è scontrato più volte con gli animalisti.

La protesta e le tensioni

Tra fiori e bigliettini, che hanno addobbato il palo della pubblica illuminazione dove Aron era stato legato prima di essere dato alle fiamme, è partita la protesta capitanata da Francesco Borrelli, storico militante dei Verdi e politico napoletano, e da alcuni animalisti, non senza tensioni: alcuni manifestanti si sono scagliati sul vice presidente dell’Ottava Circoscrizione Nicola Glorioso, “colpevole” di aver espresso la sua idea in merito alla questione.

Le accuse e le richieste di giustizia

La polizia è dovuta intervenire per salvare il vice presidente della Circoscrizione, accerchiato e aggredito. Una volta riportata la calma, la manifestazione è proseguita tra accuse ai soccorsi e all’amministrazione comunale. Gli animalisti hanno annunciato denunce e richieste di pene più severe per l’autore del gesto.

Le azioni legali

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) presenterà nelle prossime ore denuncia alla Procura di Palermo per maltrattamento e uccisione di animali nei confronti dell’uomo che ha legato Aron a un palo per poi dargli fuoco. L’ufficio legale dell’associazione invierà inoltre istanza al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, affinché emetta un’ordinanza interdittiva che vieti all’uomo, nonché ai suoi familiari e ai suoi conviventi, di detenere animali.

– Vergogna
– Giustizia
– Maltrattamento e uccisione di animali


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