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Palermo, omicidio Burgio: imputati evitano ergastolo.

L’omicidio di Emanuele Burgio: la sentenza della Corte di assise di Palermo

La Corte di assise di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza di condanna a 18 anni di carcere per Matteo e Giovan Battista Romano, difesi dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Vincenzo Giambruno. Si tratta dell’omicidio di Emanuele Burgio, avvenuto nella Vucciria il 31 maggio 2021.

Le circostanze dell’omicidio

Secondo la sentenza, l’omicidio non fu premeditato, come dimostrato dall’azione dei Romano nel scegliere la Vucciria come luogo dell’aggressione. Nonostante le restrizioni anti Covid, i Romano arrivarono alla Vucciria dopo la mezzanotte, in compagnia di altre persone e in sella a degli scooter. La vittima, Emanuele Burgio, era in un conflitto aperto con i Romano da tempo, e la situazione degenerò quella sera, culminando nell’uccisione di Burgio da parte di Matteo Romano.

Le motivazioni della sentenza

La Corte ha ritenuto che non vi fosse un piano premeditato per uccidere Burgio, in quanto i Romano non avrebbero scelto la Vucciria come luogo dell’omicidio se fosse stato pianificato. Inoltre, la vittima stessa avrebbe invitato i Romano a seguirlo, e l’azione di Matteo Romano sarebbe stata una reazione all’aggressione di Burgio.

Conclusioni

La sentenza ha assolto Domenico Romano, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Vincenzo Giambruno, e ha evitato l’ergastolo a Matteo Romano grazie a diverse circostanze attenuanti. Nonostante la tragica morte di Emanuele Burgio, la Corte ha ritenuto che l’omicidio non fosse premeditato, e ha emesso una condanna a 18 anni di carcere per i due imputati.

– Omicidio non premeditato
– Emanuele Burgio
– 18 anni di carcere


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