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Marco Betta: “Da giovane rischio vita, ora al Massimo e poi…”

Il sovrintendente a cuore aperto: Marco Betta e la sua passione per la musica

PALERMO- “Come? Partiamo subito dall’incidente? Allora è una intervista soprattutto su di me?”.

Un uomo con una storia straordinaria

L’uomo che, ai ‘Giardini del Massimo’, in una breve pausa di lavoro dall’incarico di sovrintendente del Teatro Massimo, consuma un filetto di pesce panato, ha cinquantanove anni che avrebbero potuto non essere mai compiuti. Da ragazzo fu coinvolto in uno scontro spaventoso di cui non ricorda nulla, ma che ha segnato la sua vita in modo indelebile.

Un’intervista unica, una visione unica

Marco Betta ha un modo di sorridere musicale e accade più volte, durante l’intervista che riguarda lui e il resto, nel battere e levare dell’istituzione culturale più prestigiosa della città. Una roccaforte di prestigio concreto che offre a Palermo occasioni di crescita e successo. Accanto, in ascolto allo stesso tavolo, Giovannella Brancato, architrave della comunicazione.

Passione per la musica fin dall’infanzia

Marco Betta condivide la sua passione per la musica, raccontando le sue prime esperienze con la musica e come la sua vita sia stata segnata da essa. La sua storia con la musica inizia fin da quando era bambino, con la scoperta della chitarra e l’ascolto dei dischi. In particolare, l’album “Ummagamma” dei Pink Floyd ha avuto un impatto significativo sulla sua formazione musicale.

Il rapporto con la musica classica e contemporanea

Marco Betta si definisce un compositore e parla della sua visione della musica classica e contemporanea. Condivide la sua esperienza di studi al Conservatorio e il suo rapporto con grandi maestri della musica, sottolineando l’importanza della musica nella cultura di Palermo e la sua influenza sulla storia della città.

Riflessioni sul suo ruolo di sovrintendente

Marco Betta riflette sul suo ruolo di sovrintendente del Teatro Massimo, sottolineando le sfide e le gioie di questo incarico. Parla della sua visione del futuro e del suo impegno nel vivere e lavorare nel presente, senza farsi condizionare dalla scadenza del suo mandato.

Una promessa e uno sguardo al futuro

Marco Betta conclude l’intervista con una promessa di continuare a portare avanti la sua passione per la musica e il suo impegno nel far crescere il Teatro Massimo. Con uno sguardo al futuro, si dimostra determinato e appassionato nel suo ruolo di sovrintendente.

Una visione luminosa

Il filetto di pesce è ancora lì. Le parole hanno preso la scena. Intorno, batte il cuore del Teatro Massimo, svelato da un rapido sguardo esterno. Una ragazza canta Lucio Dalla, in piazza. La sua voce che intona ‘La sera dei miracoli’ arriva ovunque. La musica del Teatro risponde in silenzio con il suo movimento. Adagio un poco mosso.

Le emozioni del suo lavoro

Marco Betta condivide le gioie del suo lavoro, dalle emozioni dei concerti alla soddisfazione di vedere i sorrisi in sartoria. Con passione e determinazione, si prepara ad affrontare il futuro con la stessa energia e dedizione che lo contraddistingue.

Un futuro luminoso

Marco Betta si prepara ad affrontare il futuro con la stessa energia e dedizione che lo contraddistingue. Con una promessa di continuare a portare avanti la sua passione per la musica e il suo impegno nel far crescere il Teatro Massimo, si dimostra determinato e appassionato nel suo ruolo di sovrintendente.

Incontri come quello con Marco Betta ci permettono di scoprire la passione e la dedizione di persone straordinarie, il cui impegno e talento contribuiscono a rendere più ricca e vibrante la nostra città. Con la sua visione luminosa e la sua determinazione, Marco Betta continua a ispirare e a portare avanti la sua missione di promuovere la musica e l’arte a Palermo.

– Sovrintendente a cuore aperto
– Pink Floyd
– Maria Callas


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