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La Madonna insanguinata di Palermo: storia e leggenda ispirano un racconto famoso

La chiesa di Sant’Agata alla Guilla e il reclusorio femminile di Maddalene Pentite

La chiesa di Sant’Agata alla Guilla, situata in via del Celso a Palermo, è un antico edificio di grande importanza storica e religiosa. Purtroppo, nonostante sia stata consolidata tra il 1991 e il 2000, si trova in uno stato di abbandono e degrado, chiusa al culto da molti anni.

Il reclusorio femminile

Accanto alla chiesa, esisteva un reclusorio femminile di Maddalene Pentite, istituito nel 1685 per dare riparo a “donne levate dal peccato”. Queste donne emendate vestivano l’abito carmelitano di Santa Teresa, seguivano un rigido tenore di vita, facevano penitenze e potevano partecipare alle funzioni religiose in chiesa.

Nel 1892, il reclusorio era ancora attivo insieme ad altri monasteri e conventi dedicati a diverse sante.

Stato attuale della chiesa

Dopo la seconda guerra mondiale, la chiesa è stata chiusa al culto e ha subito furti e spoliazioni. Nel 2014, è stata scoperta una piantagione di marijuana all’interno dell’ex monastero, evidenziando l’abbandono e l’uso criminale dell’edificio.

La leggenda della pietra del giocatore

Un evento famoso legato alla chiesa di Sant’Agata alla Guilla è la leggenda della pietra del giocatore. Secondo la tradizione popolare, un giocatore disperato, dopo aver perso tutto, giurò di colpire la Madonna con un coltello se avesse perso ancora. Quando perse di nuovo, entrò in chiesa e colpì l’immagine della Madonna. Si verificò un prodigio, con il sangue che zampillò dalle ferite della Madonna e di Gesù. L’uomo fu arrestato, condannato e impiccato, e la pietra sulla quale fu attaccato il capestro divenne nota come “la pietra del giocatore”.

Conclusioni

Nonostante la chiesa di Sant’Agata alla Guilla sia attualmente in uno stato di abbandono, conserva una storia ricca di tradizioni e leggende. La presenza del reclusorio femminile e la leggenda della pietra del giocatore testimoniano la profonda connessione di questo luogo con la fede, la penitenza e la devozione. Speriamo che in futuro quest’importante edificio possa essere restaurato e riportato al suo antico splendore.

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– Agostino Inveges


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