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Ipab della Sicilia in confronto a Ragusa domani.

Primo incontro dei componenti dei cda, operatori e dirigenti delle Ipab di Sicilia

Tutto pronto per il primo incontro dei componenti dei cda, operatori e dirigenti delle Ipab di Sicilia in programma domani a Ragusa nella sede dell’Assap opere pie riunite di via Eugenio Criscione Lupis 99 (nella foto). A dare il via ai lavori sarà il presidente dell’Assap Lupis/ragusa/Frame1″ width=”300″ height=”251″ dataeo”: {
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Programma dell’incontro

Dopo il saluto delle autorità, interverrà il dirigente generale del dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali dell’assessorato regionale Maria Letizia Diliberti che parlerà de “Lo stato delle Ipab in Sicilia tra criticità e opportunità”. Subito dopo l’intervento di Federico Bergaminelli, giurista d’impresa – avvocato dei dati, che parlerà de “La tutela degli ultimi”. Quindi interverranno Giovanni Di Prima, coordinatore dg azienda pubblica servizi alla persona Fvg (“La cura delle persone nella ragnatela delle complessità”) e Paolo Stocco, dirigente socioario del Veneto (“I centri di servizi per anziani: modelli di governance e benessere organizzativo”). Sarà poi la volta di Tamara Civello, esperta in contabilità, programmazione e controllo di gestione nella Pubblica amministrazione (“L’importanza della programmazione e del controllo di gestione nelle Ipab per erogare servizi appropriati”) e di Giovanni Iacono, sociologo, vicario confederazione Federsanità Anci (“Il benessere degli ultimi, priorità di aziende e Comuni”). Infine, a conclusione, parleranno Francesco Arancio e Filippo Spadola, entrambi componenti del cda Assap Lupise Ragusa.

Conclusioni e prossimi passi

Salvatore Guastella spiega: “Vogliamo capire dove stanno le criticità per poterle rappresentare a chi di competenza e organizzare una sorta di calendario di azioni anche perché dobbiamo renderci conto che i servizi alle persone erogate nei confronti di una certa fascia considerata debole devono essere ripensati in una prospettiva futura. Il motivo? Le strutture sanitarie, lo sappiamo già, non saranno in grado di fronteggiare l’aumento dell’invecchiamento della popolazione”.

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