Fede e media. A Catania crescono i divulgatori felici
Avvenire: Il direttore generale Alessandro Belloli all’incontro con gli aspiranti comunicatori della diocesi di Catania
Un momento dell’incontro tra gli aspiranti comunicatori della diocesi di Catania e Alessandro Belloli, direttore generale di Avvenire.
C’è stato anche l’intervento di Alessandro Belloli, direttore generale di Avvenire, tra quelli previsti nell’ambito del corso «Cercatori e divulgatori di buone notizie», organizzato a Catania dall’Ufficio comunicazione sociale della diocesi siciliana, guidato da Giuseppe Di Fazio.
Il corso vede impegnati 27 aspiranti comunicatori (dai 20 ai 70 anni), guidati da una squadra di professionisti con diverse specializzazioni, dal giornalismo tradizionale, al web e alla tv, ed è concepito per formare comunicatori capaci di trasmettere speranza e promuovere un dibattito costruttivo.
Le parole di Alessandro Belloli
«Avvenire in questi anni ha mantenuto i suoi standard elevati – ha detto Belloli durante il corso raccontando quello che il quotidiano nazionale dei cattolici fa ogni giorno – e in qualche modo si sta rinnovando e riposizionando. Viviamo un momento di crisi dell’informazione, particolarmente legata a quella dei giornali quotidiani, che ci vede costretti a reinventarci. Lo stiamo facendo, creando nuovi prodotti, proponendo nuove soluzioni che in qualche modo ci consentano di rimanere autorevoli, di rimanere qualificati e di rimanere un riferimento per chi vuole avere una buona informazione».
Oltre a delineare il meticoloso lavoro di una redazione di rilievo come quella di Avvenire, l’intervento di Belloli ha evidenziato strategie pratiche, utilizzate dal giornale per individuare, sviluppare e condividere storie che possano suscitare un impatto positivo sui lettori.
Un giornalismo costruttivo e responsabile
«In un’epoca in cui le notizie negative tendono a monopolizzare la narrazione mediatica – sottolineano gli organizzatori del corso -, eventi come questo assumono un’importanza vitale nel plasmare professionisti della comunicazione orientati a un giornalismo costruttivo e responsabile».
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