Ercolano, base dell’ala criminale di Cosa nostra
Ricorsi contro il rigetto della misura di prevenzione per Aldo Ercolano
Le procure di Catania presentano due ricorsi
Le procure Distrettuale e Generale di Catania hanno presentato due ricorsi contro il rigetto da parte del tribunale della richiesta della Dda di emettere una misura di prevenzione per il boss ergastolano Aldo Ercolano, nipote dello storico capomafia Benedetto Santapaola.
Le motivazioni del tribunale e le contestazioni della Dda
Nel rigettare la proposta, il tribunale aveva sottolineato il percorso di risocializzazione di Ercolano durante la sua lunga detenzione, affermando che aveva abbandonato il suo percorso criminale. Tuttavia, la Dda contesta questa affermazione citando conversazioni registrate con esponenti di Cosa nostra che dimostrano il persistere dei legami di Ercolano con l’ambiente mafioso.
La posizione della Procura generale
La Procura generale, nel suo ricorso, sottolinea che Aldo Ercolano è stato un punto di riferimento per l’ala oltranzista e sanguinaria di Cosa nostra, che ha segnato di sangue la storia del paese. Inoltre, la Procura generale contesta la creazione di un “simulacro di correttezza comportamentale” da parte di Ercolano, citando conversazioni in cui egli richiama la moglie a non ostentare un tenore di vita che possa attirare l’attenzione della magistratura.
In conclusione, i ricorsi presentati dalla Dda e dalla Procura generale evidenziano le contestazioni sulla decisione del tribunale riguardo alla misura di prevenzione per Aldo Ercolano, evidenziando la persistenza dei suoi legami con l’ambiente mafioso nonostante la sua detenzione.
– Aldo Ercolano
– Misura di prevenzione
– Procura di Catania
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