Blitz antidroga e sequestro armi alla Vucciria: «Soffiata sventata, tutto smontato»
Arrestato con un revolver in casa
Un’ordinanza svela un retroscena
«Intanto poi ho il revolver a casa e io lo devo prendere…tre ne ho»: queste sono le parole pronunciate da Giovan Battista Marino, a bordo della sua Smart con la compagna, che hanno portato i carabinieri a intercettarle e a dare il via a una perquisizione nell’appartamento della coppia. Questo è solo uno dei retroscena emersi dall’ordinanza dell’operazione antidroga che ha portato nove arresti a Palermo.
Arrestato con pistola clandestina
Nel corso delle indagini, avviate il 27 marzo 2019, i carabinieri hanno trovato una pistola clandestina, dotata di silenziatore, oltre al caricatore e relative munizioni, nell’abitazione di Marino. Questo ha portato al suo arresto e ha contribuito a aggravare la pericolosità dell’organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti di cui faceva parte.
L’avvertimento della compagna
Anche la compagna di Marino era consapevole della pericolosità della situazione e aveva cercato di metterlo in guardia, consigliandogli di vendere le armi e mettere al sicuro i soldi guadagnati. Tuttavia, le sue parole testimoniano una realtà in cui la presenza di armi è considerata normale e necessaria nell’ambiente in cui si muovevano.
In questo articolo abbiamo quindi visto come l’arresto di Giovan Battista Marino, avvenuto nell’ambito di un’operazione antidroga, abbia portato alla luce la presenza di armi nella sua abitazione e come la compagna abbia cercato di metterlo in guardia riguardo alla pericolosità della situazione. La scoperta di una pistola clandestina e la disponibilità di armi hanno aggiunto ulteriori elementi di pericolosità all’organizzazione criminale, portando all’arresto di Marino e ad altri membri coinvolti nell’operazione.
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