Agrigento, l’imprenditrice perseguitata: il fallimento del sistema.
Il fallimento del sistema delle misure di sicurezza
Il caso di Salvatore Russotto, un ventottenne arrestato per stalking ai danni di un’imprenditrice, ha sollevato interrogativi sul fallimento del sistema delle misure di sicurezza attualmente in vigore. Il magistrato di sorveglianza di Agrigento, Walter Carlisi, ha definito il caso indicativo della mancanza di efficacia delle misure attuali, in particolare la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Un passato di stalking e un presente in carcere
Russotto è stato coinvolto in due procedimenti per stalking ai danni della stessa donna. Dopo essere stato ritenuto incapace di intendere e volere, è stato collocato in una comunità. Tuttavia, ha ripreso a perseguitare l’imprenditrice, che ha denunciato nuovi atti persecutori da parte del giovane.
Dopo che il gip ha disposto il divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico, Russotto ha reagito in maniera violenta, recandosi nel locale dell’imprenditrice per distruggere arredi e danneggiare la sua auto. Questo comportamento ha portato alla sua nuova detenzione in carcere, dove continuava a manifestare elevata pericolosità sociale.
Una mancanza di posti in strutture di trattamento
Nel provvedimento di Carlisi, si fa riferimento alla carenza di posti in strutture come le Rems, che sostituiscono gli ospedali psichiatrici giudiziari. Questa mancanza di posti influisce sulla capacità di trattare i soggetti più pericolosi, creando un vuoto nel sistema delle misure di sicurezza.
Carlisi ha quindi disposto la permanenza di Russotto in carcere e, in caso di cessazione della custodia, il suo ricovero in una Rems per due anni. Tuttavia, il provvedimento esprime un giudizio negativo sulla realizzazione e organizzazione di queste strutture.
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