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Il “cornuto di Palermo” vendeva auto rubate

Truffa auto a Palermo: condanne pesanti e due assoluzioni

Lanciato sul web attraverso un profilo Facebook dal nome curioso, “il cornuto di Palermo”, l’operato criminale di una banda specializzata in riciclaggio di autovetture rubate ha avuto un epilogo in tribunale. Le indagini dei carabinieri hanno portato a condanne pesanti e due assoluzioni, gettando luce su un intricato giro di truffe e riciclaggio di auto di lusso.

Secondo le conversazioni decriptate, le auto rubate a Napoli venivano trasportate a Palermo e, una volta giunte nella città siciliana, venivano riciclate, reimmatricolate e rivendute. Il processo che si è concluso davanti al tribunale presieduto da Lorenzo Chiaramonte ha portato a pene detentive significative per i colpevoli coinvolti. Antonino Cangemi è stato condannato a 7 anni e 4 mesi, Marco Litrico a 6 anni e 11 mesi, Poalo Roveto a 3 anni e 2 mesi, Antonino Scalavino a 2 anni e 4 mesi, Francesca Milazzo a 2 anni e 2 mesi, Miriana Litrico e Michelangelo Cardinale a un anno e 8 mesi ciascuno.

Tuttavia, due persone coinvolte nel caso, Salvatore Castagnetta e Giovanni Cefalù, sono state assolte con l’assistenza legale degli avvocati Alessandro Musso e Gaetano Turrisi. Le implicazioni di questa truffa di auto di lusso apparivano complesse e lucrative: i colpevoli avrebbero ottenuto indennizzi per il furto dalle compagnie di assicurazione e successivamente avrebbero ripulito, reimmatricolato e rivenduto le auto rubate. Questo schema criminale si basava sulla complicità di soggetti che, in cambio di una somma di denaro, si sarebbero intestati le auto rubate.

Le truffe coinvolgevano una vasta gamma di auto di lusso, tra cui una Ferrari 348 Testarossa, la cui denuncia di ritrovamento era stata presentata da una donna deceduta nel 2014, e un Range Rover Evoque, denunciato come rubato da un cittadino slavo poco credibile. Inoltre, erano coinvolte altre auto di prestigio, come Mini, Smart, Mercedes e Porsche.

Il processo ha rivelato un intricato giro di truffe auto, mettendo in luce l’ingegnosità e la determinazione dei criminali coinvolti. L’operato delle forze dell’ordine ha permesso di smascherare questa rete criminale, portando alla luce uno dei casi di truffe auto più intricati e audaci mai visti in Sicilia.

Il lavoro svolto dalle forze dell’ordine, supportato dall’assistenza legale degli avvocati come Alessandro Musso e Gaetano Turrisi, ha contribuito a mettere fine a un’attività criminale che danneggiava sia le vittime dei furti auto che le compagnie di assicurazione. Con le condanne emesse e le assoluzioni conferite, la giustizia ha fatto sentire la propria voce, dimostrando che nessuna forma di truffa e riciclaggio resterà impunita.

– Autovetture rubate a Napoli e trasportate a Palermo
– Il cornuto di Palermo
– Truffa delle auto di lusso


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