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Viadotto Scorciavacche crollato, prescrizione per imputati (quasi) tutti.

Il viadotto Scorciavacche: prescrizione per (quasi) tutti gli imputati dopo nove anni

Il crollo del viadotto Scorciavacche sulla strada statale Palermo Agrigento a dicembre del 2014 ha scatenato polemiche e indignazione in tutta Italia. Adesso, dopo nove lunghi anni, il processo si è concluso con la prescrizione per dieci degli imputati coinvolti nella vicenda. Come riportato dal quotidiano online Live Sicilia, la prescrizione riguarda dirigenti dell’Anas e rappresentanti dell’impresa responsabile della costruzione del viadotto, mentre il processo prosegue per altre tre figure chiave.

Il crollo e le polemiche

Il viadotto Scorciavacche, aperto senza collaudo, è crollato appena una settimana dopo l’inaugurazione, causando sconcerto e preoccupazione per la sicurezza delle infrastrutture nel paese. L’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha espresso il suo sdegno di fronte a un evento che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche per la popolazione.

La conclusione del processo

Dopo anni di indagini e dibattiti, il Tribunale di Palermo ha deciso per la prescrizione di alcuni imputati, prendendo atto che per alcuni reati si è perso troppo tempo. Tuttavia, il processo continua per l’ex presidente dell’Anas e due dirigenti, evidenziando la grave responsabilità delle figure coinvolte nella gestione e costruzione del viadotto.

Complessità e tempi lunghi

Il processo ha subito diversi intoppi, tra cui un conflitto di competenza risolto dalla Cassazione, che ha stabilito la sede naturale del processo a Palermo. Questi intoppi hanno reso i tempi del processo biblici, rallentando la ricerca di giustizia per quanto accaduto. È importante sottolineare che, nonostante il crollo del viadotto, fortunatamente non ci furono feriti.

La conclusione del processo solleva interrogativi sul sistema di gestione e controllo delle infrastrutture in Italia, e mette in evidenza la necessità di garantire la massima sicurezza per i cittadini. La prescrizione per alcuni imputati è un segnale della complessità e dei limiti del sistema giudiziario italiano.

Il caso del viadotto Scorciavacche rimane un monito e un richiamo alla responsabilità delle istituzioni e delle imprese nella gestione e costruzione delle infrastrutture, ponendo l’accento sull’importanza di garantire la massima sicurezza e qualità nelle opere pubbliche.


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