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Safina arrestata a Trapani: dubbi sulle accuse

Il caso Safina: le perplessità del presidente dell’Antimafia siciliana

Un’indagine che lascia perplesso

«È una indagine che mi lascia perplesso. Ho visto ipotesi di contestazione di reato inedite»: Antonello Cracolici ammette di aver letto sommariamente le accuse che la Procura di Trapani ha avanzato a carico del deputato del Pd Dario Safina, finito agli arresti mercoledì mattina.

La posizione del presidente dell’Antimafia

E da presidente dell’Antimafia, oltre che da dirigente di un partito che si è sempre mosso a difesa della magistratura, si trova adesso a esprimere qualche dubbio su una inchiesta che potrebbe anche creare dei precedenti in grado di cambiare il modo di fare politica in Sicilia.

Le perplessità di Cracolici

La premessa di Cracolici è che bisogna attendere l’evolversi giudiziaria della vicenda. Ma poi il presidente della commissione regionale Antimafia entra nel merito dell’inchiesta: «Ho più di un dubbio sulla sostenibilità delle tesi dell’accusa. Anche se è ovvio che toccherà agli avvocati della difesa dimostrare che sia così».

I dubbi sulla sostenibilità delle tesi dell’accusa

I dubbi di Cracolici riguardano soprattutto il reato di corruzione. A Safina viene contestato di aver truccato dei concorsi quando era assessore ai Lavori pubblici del Comune di Trapani ma soprattutto di essersi accordato con l’azienda City Green Light anticipando ai suoi dirigenti alcuni dettagli di un bando, con la procedura del project financing, per la manutenzione dell’illuminazione pubblica.

Interrogativi sulla vicenda

E su questi punti Cracolici si pone degli interrogativi: «Come si fa a turbare il project financing che prevede proprio un dialogo con gli imprenditori coinvolti nella procedura? Mi pare un aspetto cruciale di una vicenda complessa».

– inchiesta sulla corruzione
– accusa di truffa
– arresto del deputato Dario Safina


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