La Sicilia e il deposito nucleare
C’è anche la Sicilia nella mappa delle aree scelte come deposito nucleare, con l’incubo scorie che più precisamente riguarda sla provincia di Trapani e in particolare il Comune di Calatafimi Segesta e Fulgatore, frazione di Trapani.
La carta delle aree idonee
Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai). La carta è stata elaborata da Sogin e Isin e ha individuato 51 locazioni possibili.
Presentazione delle candidature
Entro 30 giorni dalla pubblicazione della Carta, possono essere presentate le candidature a ospitare il deposito da parte di enti territoriali e strutture militari. Possono presentare candidature anche enti locali non indicati nella Cnai, chiedendo alla Sogin di rivalutare il loro territorio.
Le aree idonee in Italia
Quante sono le aree idonee? Sono 51 in Italia, scelte per ospitare il deposito nazionale delle scorie del nucleare dove saranno stoccati 78 mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e parcheggiati temporaneamente 17mila ad alta intensità provenienti dalle quattro ex centrali e da altri impianti della filiera dell’atomo.
Le aree selezionate in Sicilia sono Calatafimi Segesta e Fulgatore, frazione di Trapani. Le isole, a causa delle problematiche logistiche, risultano meno idonee tra gli idonei. Le altre aree si trovano in Basilicata, Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna.
Le reazioni
Cristina Ciminnisi deputata regionale del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: «Trapani e la Sicilia non sono e non saranno mai la discarica del Paese. Il governo Schifani dichiari la totale contrarietà nell’individuazione della Sicilia quale deposito nazionale per i rifiuti radioattivi».
L’Assemblea Regionale Siciliana si era già espressa nel 2018 sul no al deposito di scorie in Sicilia, approvando all’unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle. «Faremo sentire la nostra totale contrarietà a tutti i livelli istituzionali e se necessario nelle piazze» conclude Di Paola, vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
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