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Niente dimissioni o rimpasto: è tempo di grandi finzioni – Splendida Sicilia

La crisi politica in Sicilia

Il primo (e fin qui unico) effetto dell’umiliazione di mercoledì, per Renato Schifani, è stato abbandonare l’aula, paonazzo in volto, e rifugiarsi a Palazzo d’Orleans. Fine. Il secondo mercoledì nero del presidente, dopo la mancata approvazione della “salvaico. Scandagliare i motivi (personali?) che hanno indotto almeno 12 franchi tiratori a tradire il patto della vigilia – neppure Galvagno ha avuto sentore dei mal di pancia? – e votare contro il ritorno delle province, cioè un punto saliente del programma elettorale della sua coalizione.

La reazione di Schifani

Invece, l’umiliazione è tale e profonda da stravolgere persino il vocabolario della crisi. Schifani non ha accennato alla parola “dimissioni”: giammai, significherebbe la fine della sua carriera politica e lo scioglimento anticipato del parlamento. Né, come prevedibile, ha tirato in ballo gli equilibri di governo, minacciando l’ “azzeramento” – per vedere quali partiti fossero disposti a sostenerlo – o un “rimpasto”. Non c’è stato spazio per una “verifica”, nessuno ha invocato un “gabinetto di guerra”.

Le reazioni dei partiti

Ma per capire quanto è surreale il clima a Piazza Indipendenza, e quanto sia rassegnato il governatore nell’affrontare ricatti e ritorsioni della sua ex maggioranza, basterebbe rileggere in controluce i comunicati stampa dei partiti che lo sostenevano: tutti dispiaciutissimi perché “le nostre province, ormai da troppo tempo, sono lasciate in balia dell’assenza di politica e di governo delle cose” (cit. Mpa). L’unico a segnalare la presa in giro è stato Totò Cuffaro.

La situazione attuale

Dopo aver fatto ammuina ed essersi intrattenuto coi centristi, il vero banco di prova arriverà nei summit coi partiti nazionali. A cominciare dal proprio: chi comanda in Forza Italia? Non sarà più facile con Fratelli d’Italia. Convocare a palazzo Pogliese e Cannella, i due coordinatori regionali traballanti, non offrirà al governatore un quadro d’insieme sugli umori dei patrioti. Altro inghippo: la Lega senza padroni. Schifani, oltre ad avere le mani vuote, è rimasto anche privo di amici fidati e di colleghi da consultare.

Mentre la crisi politica continua a imperversare in Sicilia, resta da vedere quali saranno i prossimi passi di Schifani e se riuscirà a risolvere la situazione attuale.


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