Migranti: coinvolgere i Comuni nelle autorizzazioni per accoglienza
Il coinvolgimento dei Comuni nell’autorizzazione delle strutture per l’accoglienza dei migranti
Coinvolgere i Comuni «nell’iter di autorizzazione» delle strutture per l’accoglienza dei migranti, dando agli enti la possibilità di esprimere un giudizio sulla programmazione degli arrivi, sulla «congruità dei progetti presentati» e sull’adeguatezza degli immobili destinati a questo scopo. È la richiesta che il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, ha rivolto alla Regione siciliana e alla prefettura di Trapani attraverso una lettera che affronta il nodo relativo alle «criticità delle strutture di accoglienza per migranti».
Le criticità e la richiesta del sindaco
Nella missiva Venuti, che è anche presidente di Autonomie locali italiane (Ali) in Sicilia, denuncia una serie di «crescenti criticità» che a Salemi si registrano «con sempre maggiore frequenza». L’obiettivo della lettera è «trovare le soluzioni più idonee a evitare l’insorgere di pregiudizi negativi e fenomeni di intolleranza» nei confronti dei migranti. “Il Comune di Salemi si è sempre adoperato per favorire e promuovere processi di integrazione sociale dei migranti ospiti dei centri presenti sul territorio – è la premessa di Venuti -. Anche la comunità e le diverse articolazioni della società civile hanno mantenuto nel tempo atteggiamenti positivi volti a sostenere percorsi di inserimento». Il sindaco di Salemi, però, segnala diversi episodi registrati negli ultimi mesi e che hanno visto protagonisti alcuni migranti, anche minorenni: tra questi risse e danneggiamenti contro beni pubblici e privati. Da qui “l’allarme sociale» e «un crescente senso di insicurezza“ percepito dalla popolazione.
La necessità di coinvolgere i Comuni
Per Venuti «serve prevedere forme organiche e sistematiche di coinvolgimento dei Comuni per evitare degenerazioni che possono portare a forme speculative di falsa accoglienza o addirittura a fenomeni pregiudizievoli per la sicurezza urbana e la pacifica convivenza». Venuti poi conclude: «Nessun cedimento a spinte isolazioniste che tendono a individuare i migranti come un problema. Serve programmare e gestire con serietà un fenomeno che non può essere fermato, al contrario di quanto sostiene una scuola di pensiero assurda che in questo momento domina nei palazzi romani».
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