I settori più colpiti dalla crisi economica sono il commercio e le costruzioni, con una significativa perdita di posti di lavoro. Nel commercio, sono state chiuse 427 imprese e ne sono state aperte solo 62, mentre nelle costruzioni ci sono state 255 cessazioni e 58 nuove iscrizioni. Anche nel settore alberghiero e della ristorazione ci sono state molte chiusure (119) e poche nuove aperture (24). Le attività manifatturiere hanno subito la chiusura di 131 imprese e solo 13 nuove iscrizioni. La Cgil di
Messina ha organizzato una serie di dibattiti e ha partecipato alla manifestazione a Roma per reclamare i diritti fondamentali sempre meno garantiti. La disoccupazione e il numero di lavoratori poveri rimangono elevati. Nel territorio di
Messina, il diritto al lavoro è negato e si registra una bassa occupazione, soprattutto tra le donne e i giovani. Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) possono rappresentare un’opportunità di rilancio, specialmente per il progetto di 10 milioni di euro destinato alle Zone economiche speciali (ZES). Queste risorse devono essere utilizzate per creare lavoro di qualità e investire nella formazione, nella salute e nella sicurezza dei lavoratori.
Messina, economia in picchiata, territorio in sofferenza
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