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Indagati dopo 34 anni: cold case Acciaierie Megara riaperto a Catania. Provenzano e latitanza di Ercolano dietro?

Il mistero del duplice omicidio alle Acciaierie Megara: verità processuale in arrivo?

Sessanta giorni di tempo potrebbero finalmente portare alla luce la verità processuale sul duplice omicidio di Francesco Vecchio e Alessandro Rovetta, avvenuto il 31 ottobre 1990. Dopo quasi 34 anni di indagini e incertezze, la gip Marina Rizza ha ordinato alla procura etnea di iscrivere nel registro degli indagati due boss di vertice della mafia catanese: Aldo Ercolano e Orazio Privitera.

Ma perché la gip ha indicato questi nomi? Dai collaboratori escussi nel corso delle indagini è emerso il coinvolgimento dei due mafiosi nella vicenda. In particolare, la giudice ha ritenuto necessario sentire a sommarie informazioni Federico Rovetta sul punto specifico concernente i lavori appaltati dalla Megara ai fratelli Rapisarda e le eventuali problematiche insorte tra loro e Alessandro Rovetta.

I nomi citati nelle paginette depositate aprono scenari che conducono fuori dai confini di Catania, con intrecci non solo mafiosi ma anche con l’ombra di lontani sistemi deviati. I fratelli Rapisarda, imprenditori collegati all’indotto dell’acciaio, sono stati menzionati, così come il possibile coinvolgimento di logge massoniche.

La cosa strana è che nessun pentito abbia saputo dare una descrizione concreta dell’organizzazione e dell’esecuzione del delitto. Questo suggerisce che siano coinvolte poche persone e che potrebbe essere coinvolta la cupola di Cosa Nostra. Bernardo Provenzano, padrino di Cosa Nostra, aveva menzionato le Acciaierie Megara in un pizzino del 1994, aprendo a possibili collegamenti con personaggi di alto livello della mafia.

Il pentito Santo La Causa, reggente dell’ala militare dei Santapaolato su commissione, coinvolgendo solo i fedelissimi della famiglia. Ha anche suggerito il coinvolgimento di una squadra di palermitani, indicando la complessità e gli intrecci di interessi in gioco.

Il duplice delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, una sigla che successivamente depistò le bombe del 1993. Questo collegamento potrebbe aprire scenari inquietanti e portare a ulteriori sviluppi nelle indagini.

Infine, potrebbe essere interessante esaminare gli asset societari delle Acciaierie Megara che portano a Brescia, in Lombardia, provincia di provenienza di Alessandro Rovetta, e parte della latitanza di Aldo Ercolano. Queste coincidenze aprono a ulteriori domande e potenziali collegamenti.

Lungo 34 anni, le indagini sono state caratterizzate da misteri e complicazioni, ma i recenti sviluppi potrebbero finalmente portare alla luce la verità processuale di un duplice omicidio che ancora attende risposte.

– Archiviazione
– Procura Etnea
– Acciaierie Megara


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