Tracce arabe in Sicilia: fiumi, strade e piante nella Città delle Terme

Gli arabi hanno lasciato un’impronta duratura sull’isola di Sicilia, anche nella città di Termini Imerese. La loro eredità culturale è evidente nei toponimi della città, come il torrente “Barratina”, che deriva dall’arabo “bahr al-tin”, e la via “Bevuto”, che significa acqua salutifera in arabo. Gli arabi hanno introdotto anche diverse coltivazioni, come il carrubo e gli agrumi, che erano ampiamente diffusi in città. Durante il periodo di dominazione araba, furono costruite diverse torri di difesa, tra cui il torrione del campanile di Sant’Orsola. Gli arabi conquistarono Termini nel 832, un anno dopo la caduta di Palermo, e ripararono le mura della città. Durante questa dominazione, furono costruiti numerosi edifici e moschee, alcuni dei quali furono successivamente trasformati dai Normanni. La presenza degli arabi è documentata anche da vari viaggiatori dell’epoca, come il geografo Idrisi, che descrisse la presenza di una cinta muraria, una rocca e un anfiteatro romano a Termini. L’eredità araba è anche visibile in un’antica epigrafe conservata in museo, che commemora la costruzione di un edificio durante il regno del califfo al-Mu’izz. Questa testimonianza potrebbe essere legata alla costruzione di uno dei edifici termali menzionati da Idrisi.

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