Contro il taglio di 17 scuole, 3000 firme all’assessore.
Usb Scuola Palermo: Petizione contro la scomparsa di 17 scuole
La petizione contro gli accorpamenti
La petizione lanciata su Change.org da Usb Scuola Palermo ha raccolto quasi tremila firme contro la soppressione di 17 istituzioni scolastiche a Palermo e provincia. Il piano di accorpamento deliberato dalla conferenza provinciale palermitana ha suscitato indignazione tra docenti, personale ATA, famiglie e studenti. La petizione è stata consegnata all’assessore regionale dell’Istruzione e della formazione professionale Girolamo Turano, affinché si prenda in considerazione il parere delle comunità scolastiche.
Il motivo dell’appello
Gli autori della petizione sottolineano come il piano di dimensionamento scolastico voluto dal governo Meloni e dal ministro Giuseppe Valditara stia causando gravi tagli che mettono a rischio il diritto allo studio e la coesione delle comunità scolastiche. Nessuno si salva da solo in questa situazione e è necessario unire le forze per contrastare questa devasante politica.
Scuole a rischio
Tra le scuole a rischio di accorpamento a Palermo ci sono la media statale Antonio Gramsci, la direzione didattica Nicolò Garzilli, le scuole Monti Iblei, Tomaselli, Cesareo, Rosolino Pilo, De Gasperi e Borgese. Anche l’istituto professionale alberghiero Cascino e l’istituto Paolo Borsellino potrebbero fondersi. In provincia, tra le altre, la direzione didattica di Casteldaccia e le scuole di Terrasini, Belmonte Mezzagno, Capaci, la media Scianna di Bagheria, il primo circolo didattico di Bagheria Giuseppe Bagnera, il terzo circolo didattico Luigi Pirandello e il primo circolo didattico di Termini Imerese. Anche i genitori della scuola media Cosmo Guastella di Misilmeri hanno manifestato la loro preoccupazione.
Questa petizione esprime una forte voce di dissenso verso le decisioni prese e sollecita un confronto tra le istituzioni e le comunità colpite. Sostenere la petizione significa difendere la qualità e la diversità dell’offerta formativa sul territorio. Speriamo che le istituzioni prendano in considerazione la voce delle comunità coinvolte e che si trovi una soluzione che salvaguardi il diritto allo studio e il legame con le proprie scuole.
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