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Arresto di Maricetta Tirrito: “Parenti sapevano”

Maricetta Tirrito: la sua versione

I parenti sapevano tutto. Questa operazione e l’arresto sono stati una ingiustizia, un attacco personale e politico. Hanno voluto impedire le mie iniziative sociali e di lotta”. Così Maricetta Tirrito ha parlato dal carcere di Rebibbia dove è reclusa per aver raggirato almeno quattro anziani (due delle quali poi deceduti) in una struttura in cohousing ad Ardea.

Interrogata ha scelto di non rispondere, ma ha comunque fornito dichiarazioni spontanee. La versione di Tirrito è chiara, il caso sarebbe tutta una “montatura” perché con i parenti degli anziani ospiti “c’era un rapporto di fiducia”, tanto anche l’uso delle carte degli ospiti sarebbe stato messo a conoscenza dei loro familiari “che lo avevano autorizzato”. In sostanza, secondo la donna, tutti sapevano e non ci sarebbe stato alcun reato.

Cade l’accusa di omicidio

Nel frattempo l’arresto è stato convalidato, ma Tirrito potrebbe presto uscire dal carcere. La vede così il suo avvocato Emanuele Fierimonte che la difende che ha ottenuto un primo punto: “Il gip, su mia richiesta, ha fatto cadere l’accusa di omicidio che le era stata contestata per il decesso in ospedale di uno degli anziani ospiti, Luigi Bonomo.

Un primo passo importante, secondo l’avvocato che punta a dimostrare l’estraneità ai fatti della sua assistita: “Ho chiesto al gip una misura meno afflittiva, come i domiciliari. Il carcere era stato disposto proprio in conseguenza del fatto che c’era l’accusa di omicidio ora caduta”, ha sottolineato a RomaToday.

La situazione attuale

Lunedì, visto il week end di mezzo, potrebbe arrivare la decisione. Secondo l’accusa, sarebbero circa 385mila euro i soldi tolti agli anziani. Denaro sequestrato che, stando alla ricostruzione di chi ha indagato, Tirrito à.

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– Emanuele Fierimonte


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