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Errore medico: disabilità a 30 anni, 5 condanne

Medici condannati per lesioni colpose: la tragica storia di C.T.

La storia

Sarebbe bastata una risonanza magnetica e un intervento chirurgico eseguito con urgenza per impedire che C. T. si ritrovasse a 30 anni impotente, incontinente e con gravi difficoltà a camminare, tanto da essere riconosciuto totalmente invalido. Quell’esame fondamentale, nonostante tre giorni di ricovero all’ospedale Civico, non venne invece fatto e l’operazione fu effettuata dopo ben 20 giorni, dopo un secondo ingresso nella struttura sanitaria. A 9 anni da quei fatti e dopo il cambio di tre giudici, il tribunale monocratico oggi ha condannato 5 medici per lesioni colpose gravissime.

La sentenza

La pena inflitta dal giudice del tribunale monocratico Davide Pavesi è uguale per tutti ed è di 6 mesi. Nello specifico sono stati condannati Natale Francaviglia, direttore dell’unità operativa di Neurochirurgia che firmò le dimissioni del paziente senza che avesse fatto la risonanza assieme a un altro imputato, Giuseppe Lentini, Pietro Impallaria e Giancarlo Perra che compilarono il diario clinico durante il primo ricovero, dal 7 al 9 dicembre del 2015, nonché Daniele Franceschini, il neurochirurgo che valutò una Tac d’urgenza e ritenne che C. T. “non mostra patologie suscettibili di trattamento chirurgico urgente”, consigliando la risonanza magnetica, poi mai effettuata.

Le implicazioni

E’ una storia terribile quella di C. T., non solo per l’estrema lentezza della risposta dello Stato are che la patologia si aggravasse e diventasse irreversibile, ma perché dietro al presunto errore medico, ci sarebbero stati anche conflitti all’interno dell’ospedale.

Il dramma di C.T.

Il dramma dell’uomo, affetto da diabete, era iniziato il 2 dicembre del 2015, quando aveva avvertito un forte dolore alla schiena e alle gambe. Era stato trasportato al pronto soccorso del Buccheri La Ferla. Dopo una radiografia e la prescrizione di una cura farmacologica, era tornato a casa. Le cose però non erano migliorate ed il 5 era quindi andato al Civico, dove era stato sottoposto ad una Tac lombare d’urgenza da cui era emersa una “protrusione discale”. Oltre al dolore fortissimo, C. T. avrebbe avuto difficoltà a muovere le gambe e camminare e manifestato anche problemi di incontinenza. A quel punto era stato mandato in Neurochirurgia, dove Franceschini aveva stabilito che non sarebbe stato necessario un trattamento chirurgico urgente, consigliando una “risonanza magnetica lombosacrale”.

Il paziente era rimasto in astanteria e il 7 dicembre era stato imposto il ricovero in Neurochirurgia. L’uomo era quindi stato dimesso senza aver fatto la risonanza. Tornato a casa la situazione non sarebbe affatto migliorata e C. T., il 16 dicembre, aveva finalmente fatto la risonanza a Villa Santa Teresa, a Bagheria. L’accertamento aveva confermato la presenza di “una voluminosa ernia” con “severe compressioni sulla cauda”. Il referto era stato consegnato il 22, giorno in cui era stato nuovamente ricoverato al Civico e finalmente operato per eliminare il frammento espulso dall’ernia. Ad oggi comunque non può camminare senza stampelle, deve ricorrere a pannoloni e cateteri, non potrà mai avere figli.

– sindrome della cauda equina
– lesioni colpose gravissime
– risonanza magnetica lombosacrale


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