Kaoru Nakajima, noto tycoon e socio fondatore del gruppo Amway, ha optato per una celebrazione sontuosa del suo compleanno, senza badare a spese. Dopo aver rimandato la festa dei suoi 70 anni a causa della pandemia, ha deciso di recuperare il tempo perduto con un party straordinario in occasione dei suoi 73 anni. L’intero evento è stato organizzato con minuziosa attenzione al lusso e all’eccellenza.

Un compleanno da tre giorni

Le celebrazioni per il compleanno di Kaoru Nakajima sono durate ben tre giorni consecutivi, dal 3 al 5 novembre. Il festeggiato ha scelto Palermo come location e ha radunato oltre un migliaio di amici e parenti per partecipare alle festività. Il tycoon ha prenotato l’uso esclusivo di diversi luoghi iconici della città per garantire un compleanno memorabile.

Uno dei punti salienti delle festività è stata l’utilizzazione esclusiva del Teatro Massimo, il più grande teatro d’opera italiano e uno dei più grandi d’Europa. Si stima che l’affitto del Teatro abbia comportato una spesa di circa 100 mila euro, esclusa l’esibizione dell’ospite speciale, Matteo Bocelli, prevista per la serata di domenica. L’evento è stato organizzato con cura dal manager internazionale Jimmy Pallas.

Il culmine delle celebrazioni è stata la cena-spettacolo di compleanno, che si è tenuta presso il Teatro Politeama, affittato per una settimana intera per allestire l’evento. Il costo aggiuntivo per l’affitto di questo spazio è stato di circa 37.000 euro, comprensivo di una straordinaria esibizione dell’Orchestra Sinfonica Siciliana.

Per ospitare i numerosi invitati, è stato necessario prenotare diverse suite e camere presso due lussuosi alberghi a cinque stelle, Villa Igiea e il Grand Hotel et des Palmes, con una spesa complessiva di 250 mila euro.

Reazioni e critiche

Mentre Kaoru Nakajima e i suoi ospiti erano immersi nel lusso e nelle celebrazioni, le reazioni dei cittadini palermitani non sono mancate. Critiche sono arrivate anche da Renato Schifani, governatore della Sicilia, il quale ha sollevato preoccupazioni riguardo all’affitto di luoghi culturalmente significativi a fini prettamente privati. Si teme che tale approccio possa aprire la strada a richieste simili da parte di altri individui facoltosi, mettendo a rischio il valore culturale e storico di tali spazi.