Violante: Giudice sbaglia a manifestare, compromettendo l’imparzialità.

Secondo Luciano Violante, ex magistrato ed ex presidente della Camera, un magistrato non può partecipare a manifestazioni di parte e aspettarsi di essere considerato imparziale. Questa contraddizione, dal punto di vista dell’etica professionale, è ovvia. Violante sostiene che fino ai primi del Novecento i magistrati erano considerati legitmatori della legge, ma con il passare degli anni e l’inflazione delle leggi, la loro legittimazione si basa su un’interpretazione credibile della legge. Schierarsi con una delle parti coinvolte in un conflitto diminuisce la credibilità di un magistrato e viola la sua funzione costituzionale. Violante risponde a coloro che sostengono che un giudice dovrebbe schierarsi con i più deboli, affermando che si dovrebbero difendere i diritti dei più deboli attraverso le sentenze e non con le manifestazioni. Inoltre, sostiene che la magistrata di Catania non stava svolgendo un ruolo di mediatrice, come affermato da alcuni, e che società polarizzate come la nostra hanno bisogno di figure terze che possano risolvere conflitti in modo credibile. Violante afferma che la magistratura ha doveri più stringenti di altri funzionari pubblici e che i magistrati devono evitare di partecipare a manifestazioni conflittuali che mettano in discussione la loro credibilità come soggetti imparziali. Tuttavia, Violante ammette che i magistrati possono manifestare le proprie opinioni in modo corretto, senza essere parte di un conflitto sociale o politico. Infine, Violante sottolinea che alcuni magistrati sono diventati politici dopo aver lasciato la toga e in seguito hanno continuato a svolgere il ruolo di giudice in modo eccellente. Sottolinea anche l’importanza di rapporti responsabili e non conflittuali tra politica e magistratura per preservare le libertà democratiche.

Violante: “La giudice di Catania ha sbagliato a manifestare. Così non è più imparziale”

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