La triste fine di Aron
«Aron non c’è più. Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato fino alla fine». Con queste poche parole, che nascondono un grande dolore, la Lav Palermo ha comunicato la morte del pitbull che martedì era stato legato e bruciato vivo dal suo padrone in via delle Croci, a Palermo.
Condizioni gravissime
Troppo gravi le ustioni che superavano l’80 per cento del corpo dello sfortunato cane. Le sue condizioni sono sempre rimaste gravissime, fin dal ricovero avvenuto il 10 gennaio. I veterinari che lo hanno avuto in cura hanno riservato a questo caso il massimo impegno, pur rendendosi conto che le possibilità di salvezza, per Aron, erano scarse.
Appello per la giustizia
Ieri i medici avevano pubblicato un video sui social, spiegando la gravità della situazione e che ad essere stati particolarmente compromessi erano stati i reni. Ieri il Garante Regionale dei diritti degli Animali per la Sicilia aveva annuncia la scelta di costituirsi parte civile contro l’uomo che ha dato alle fiamme il suo cane a Palermo. “Occorrerebbe – afferma Giovanni Giacobbe, psicologo ed esperto di neuroetica del benessere animale – fare sentire tutto il nostro sdegno a Roma. Da quando lo Stato ha avocato a sé la potestà legislativa esclusiva in materia di diritti degli animali con la modifica dell’articolo 9 della Costituzione, è noto che la Regione non abbia più gli strumenti per legiferare in maniera tale da riuscire a prevenire né (ovviamente) a punire questi esecrabili reati perpetrati in danno degli animali».
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