I sindaci esprimono dissenso sulla decisione forzata di aderire alla società MessinAcque, temendo che i cittadini saranno quelli a pagare le conseguenze. Molti sindaci ritengono che, trattandosi della gestione dell’acqua come bene comune, non sia opportuno affidarsi a società private. Alcuni sindaci sostengono che con una gestione oculata e un servizio efficiente e a costi contenuti, non sia necessario aderire alla nuova società. Una parte dei sindaci sta cercando di impugnare la decisione al TAR, sostenendo che ci sia poca chiarezza nei documenti. L’Amam, partecipata del Comune di
Messina, torna a candidarsi come alternativa per la gestione del servizio idrico integrato, che era stata esclusa dalla maggioranza dei Comuni in passato. Ci sono però ancora alcuni Comuni che sono pronti a entrare in MessinaAcque. Il commissario sta cercando di portare avanti gli adempimenti per la creazione della nuova società, ma uno dei nodi più difficili da sciogliere è il trasferimento del personale, che potrebbe portare a licenziamenti.
Servizio idrico a Messina, la gestione sembra un rompicapo
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