Condannati a 70 anni di carcere nel processo sulla corruzione alla Motorizzazione di Palermo
Il gup di Palermo Rosario Di Gioia ha condannato complessivamente a circa 70 anni di carcere gli imputati del processo su un giro di mazzette alla Motorizzazione di Palermo. Sei le assoluzioni.
Le condanne
A undici anni e 2 mesi è stato condannato Luigi Costa, il funzionario accusato di corruzione e accesso abusivo al sistema informatico che nascondeva in casa 590 mila euro in contanti dietro l’armadio della camera da letto. Per gli inquirenti sarebbe stato il prezzo della corruzione.
Le pratiche «pagate» con soldi e regali riguardavano il rilascio di carte di circolazione, cambi di destinazione d’uso dei veicoli, collaudi di impianti Gpl, immatricolazione di mezzi esteri o dismessi dalle forze dell’ordine in Toscana, Lazio e Trentino Alto Adige. La voce dell’esistenza del canale aperto alla Motorizzazione palermitana si era sparsa in giro per l’Italia. A Palermo, Brescia, Cassola, Vicenza, Palagonia le agenzie di disbrigo pratiche sapevano a chi chiedere aiuto.
Le assoluzioni
Sono stati assolti Walter Bacile, Nicolò Bonelli, Lelio Calabrese, Francesco Caponetto, Giancarlo Ferraro, Michelangelo Fricano, difesi rispettivamente dagli avvocati Antonino e Giuseppe Reina, Domenico Emma, Lillo Fiorello, Antonio Gargano, Domenico Acciarito, Enrico Tignini.
– Luigi Costa
– Alfredo Gioietta
– Giuseppe Calabrese
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