Gestiva le scommesse per il clan dell'Acquasanta a Palermo, sequestro di beni a Barrale

I finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria hanno eseguito un decreto di sequestro ai sensi della normativa antimafia, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, nei confronti di Salvatore Barrale imputato per reati di truffa ai danni dello Stato ed esercizio abusivo di giochi e scommesse, aggravati dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso, nonché per il reato di «trasferimento fraudolento di valori».

Barrale, arrestato nell’ambito dell’operazione «Mani in pasta», secondo le indagini della guardia di finanza ha un ruolo nelle attività della famiglia Fontana dell’Acquasanta a Palermo che a lui avrebbe aveva affidato la gestione delle agenzie di scommesse sportive (formalmente titolari di concessioni rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) al cui interno si procedeva alla illecita raccolta, in contanti, delle giocate su eventi sportivi quotati su piattaforme di gioco on-line che, collocate sui siti esteri con dominio «.com», avevano permesso di aggirare la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella antiriciclaggio, mascherando reti di raccolta «parallele» del tutto illegali i cui generosi proventi servivano a foraggiare gli interessi economici di «Cosa nostra».

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