Francesco Quattrone, un imprenditore reggino, ha iniziato una protesta incatenandosi davanti alla corte d’appello per ottenere la revisione del processo e recuperare i beni confiscati ingiustamente. Dopo essere stato coinvolto in un’inchiesta nel 2010 e aver subito il sequestro dei beni, Quattrone è stato assolto ma non gli sono stati restituiti i suoi beni. La sua protesta è diventata sempre più estrema e disperata, con Quattrone pronto a mettere a rischio la sua stessa vita per affermare il principio della sua innocenza. La sua situazione economica e familiare è drammatica, ma non ha ricevuto solidarietà dalle istituzioni e dalla politica locale. Quattrone è determinato a continuare la sua protesta fino a ottenere giustizia.
Quattrone protesta ancora con il cappio al collo: “Se morirò, sarà da uomo”
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Messina GN