Prescrizione per 9 imputati nel crollo viadotto.

Prescrizione nel processo sul crollo del viadotto Scorciavacche

La sentenza emessa per 9 imputati

La prescrizione è scattata, com’era ampiamente prevedibile e previsto, per buona parte degli imputati nel processo sul crollo del viadotto Scorciavacche, situato nel territorio di Mezzojuso sulla Palermo-Agrigento. Dopo un iter giudiziario pieno di ostacoli, oggi la terza sezione del tribunale ha emesso la sentenza per 9 imputati. Resta però in piedi un troncone in cui alla sbarra ci sono l’ex presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, Stefano Liani, Michele Vigna, tutti dirigenti della stessa azienda, e anche la “Bolognetta scpa”, che realizzò i lavori.

Nella specifico, i giudici hanno dichiarato la prescrizione per Salvatore Giuseppe Tonti, Claudio Bucci, Maria Coppola, altri dirigenti dell’Anas, Pierfrancesco Paglini, Stanislao Fortino, Giuseppe Russello, Fulvio Giovannini, Giuseppe Buzzanca e Nicolò Trovato, vertici della “Bolognetta scpa”.

L’inchiesta e l’iter giudiziario

A coordinare l’inchiesta era stata la Procura di Termini Imerese, in particolare il sostituto procuratore Giovanni Antoci che tuttora rappresenta l’accusa, perché – come il processo – è stato trasferito poi a Palermo. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero il viadotto sarebbe crollato perché realizzato su un terreno instabile, noto sia all’Anas che alla “Bolognetta scpa”. Si decise comunque di inaugurare l’opera prima della data prevista per la consegna e senza collaudo. Il viadotto, come detto, venne giù dopo pochi giorni.

L’inchiesta, nonostante la complessità, fu chiusa in tempi congrui, a giugno del 2017. Durante l’udienza preliminare, le difese degli imputati sollevarono un problema di competenza territoriale, sostenendo che la sede naturale del processo avrebbe dovuto essere Palermo, dove sarebbe stata firmata l’ordinanza per l’apertura del ponte, e non Termini, dove invece era avvenuto materialmente il crollo. Un’eccezione respinta dal gup, che rinviò tutti a giudizio.

Un iter giudiziario pieno di ostacoli

A gennaio del 2019, quando finalmente il processo si era aperto, gli avvocati riproposero la questione della competenza territoriale, che fu accolta dai giudici nel marzo successivo, quando tutto venne trasferito a Palermo. Fu necessario ripartire da zero, rifare l’udienza preliminare, durante la quale venne nuovamente sollevata la stessa questione, ipotizzando addirittura che la sede per il processo potesse essere quella di Roma. Alla fine, nella primavera del 2021, fu la Cassazione a sciogliere definitivamente il nodo, stabilendo che il processo doveva restare a Palermo.

Nel frattempo, però, alcuni dei reati contestati – come il falso e l’attentato alla sicurezza stradale – sono caduti in prescrizione.

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