Per le vie di Catania

Tra l’intreccio di vie di una Catania ottocentesca si incrociano le vite di suor Agrippina, monaca per necessità e il barone Cipriano La Lumia, marito per interesse. Una storia, la loro, che all’inizio potrebbe sembrare al lettore una vicenda banale nella sua costruzione: il nobile che per capriccio s’innamora della bella monaca. Una trama logora ma che invece si dispiega verso sentimenti più profondi portando i nostri personaggi a scoprire il vero valore dell’amore a cui sono destinati.
La Catania che fa da sfondo ai nostri protagonisti e alla loro vicenda è quella di sempre: una città piena di accadimenti violenti come il colera del 1837 e le eruzioni dell’Etna. Una Catania di passioni forti come quella politica, che porterà la città nel 1848 ad accendere quel fuoco di libertà che infiammerà poi tutta l’Europa, ma pure di suggestioni interiori con i suoi palazzi barocchi e le voci dei suoi ambulanti.
Questa storia certamente, al lettore che non conosce Catania, farà nascere il desiderio di ripercorrere I tragitti di don Cipriano e di suor Agrippina. Questi, da personaggi fantastici tra quelle vie ancora esistenti, vestiranno l’abito della realtà e faranno sì che il lettore vorrà completare la lettura del romanzo con la conoscenza diretta della città. Al nostro lettore-visitatore a questo punto resterà solo una certezza: di essere stato assorbito pure lui dalla storia e dai luoghi, cadendo in quella trappola che invertirà la sua realtà in fantasia percependosi, suo malgrado, come un viandante dell’ottocento catanese.