Panettiere picchiato a Caltanissetta: condannato estorsore
Condannato per estorsione
Un regolamento di conti familiare
Condannato a Caltanissetta un sospetto estorsore. Che per convincere l’altro a ritirare la denuncia a suo carico, attraverso il loro zio, si sarebbe rivolto ai figli della stessa vittima per farlo picchiare. E mandante di quella spedizione, secondo l’originaria tesi accusatoria, sarebbe stato il fratello del malcapitato. Un regolamento di conti tutto in famiglia, secondo l’accusa.
La sentenza
Ma se i figli del panettiere malmenato hanno già patteggiato la pena, ora è arrivato il verdetto di condanna per il suo presunto estorsore e l’assoluzione del fratello della stessa parte lesa. È di 8 anni e 8 mesi – a fronte di una richiesta di 12 anni avanzata dal pm – la condanna inflitta al settantaquattrenne Salvatore Giardina (assistito dall’avvocato Giacomo Vitello) per estorsione e sequestro di persona aggravati dall’uso di una pistola e dai metodi mafiosi. Mentre è stato giudicato non colpevole, perché il fatto non sussiste, per spaccio. In più dovrà risarcire la parte civile, ossia il panettiere Michelangelo Grillo (assistito dall’avvocato Walter Tesauro), secondo l’entità che verrà poi stabilita in un procedimento dedicato e versare pure una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 5 mila euro.
Assoluzioni e condanne
Assolto per non avere commesso il fatto, di contro, per minacce e le successive lesioni personali subite dalla vittima, il cinquantanovenne Alfonso Grillo (assistito dall’avvocato Ernesto Brivido) perché ritenuto la «regia» di quel pestaggio che, per i pm, avrebbe commissionato ai nipoti. Per lui il pm ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.
La vicenda
Questa la sentenza emessa dal tribunale presieduto da Francesco d’Arrigo (a latere Nicoletta Frasca e Maria Vittoria Valentino) che ha condiviso per metà la tesi della procura. Secondo l’accusa, il 4 novembre di tre anni fa, Giardina, si sarebbe presentato nel panificio dell’adesso parte civile, minacciandolo con una frase del tipo «scendi con le buone o ti faccio scendere con le cattive». E in quel frangente gli avrebbe mostrato una pistola semiautomatica tenuta alla cintola dei pantaloni. Una volta arrivati in casa del presunto estorsore, questi avrebbe preteso da lui 2 mila euro perché, a suo dire, suo figlio gli aveva fatto sparire cocaina. E quelle richieste di quattrini si sarebbero ripetute nei giorni a venire. Ma quelle pretese di denaro il panettiere le avrebbe poi denunciate alla polizia. Fino a quando, qualche giorno dopo, Giardina avrebbe incassato 150 euro come acconto. Così da fare scattare la trappola. Da quel momento i familiari avrebbero tentato in tutti i modi di convincerlo a ritrattare, perché quella sua denuncia aveva fatto scattare l’arresto di Giardina per estorsione, perché preso con banconote che erano state contrassegnate dalla polizia.
Fino a quando, poi, è scattato il pestaggio di Michelangelo Grillo. I due gemelli avrebbero malmenato a suon di calci e pugni il loro padre su mandato, per l’accusa, dello zio. Ma lo stesso fratello della vittima, adesso, è uscito indenne dal processo.
– Condannato a Caltanissetta
– Estorsore e sequestro
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