Condannato per diffamazione Salvatore Vitale dalla Corte d’Appello di Palermo
La terza sezione della Corte d’Appello di Palermo ha condannato per diffamazione Salvatore Vitale, autore di commenti pubblicati su un sito con cui, nel 2014, aveva accusato Filippo Lazzara di essere un «mascalzoncello» e uno «psicopatico».
Accuse di diffamazione
Vitale, stretto collaboratore di don Luigi Ciotti, aveva postato le proprie considerazioni in calce a un articolo intitolato «Il rispetto della verità». I commenti, secondo Lazzara e il suo difensore, l’avvocato Stefano Giordano, sarebbero stati pregiudizievoli dell’integrità morale e dell’equilibrio psicofisico della «persona offesa».
Assoluzione in primo grado
L’imputato era stato però assolto in primo grado. Nel corso del giudizio in tribunale, fra i testimoni era stato sentito lo stesso don Ciotti, che aveva detto di aver avuto un litigio con Lazzara e di avergli dato uno schiaffo per calmarlo: i giudici avevano poi ritenuto i commenti di Vitale non punibili per la particolare tenuità del fatto.
Ribaltamento della sentenza in appello
La Corte d’Appello invece, accogliendo la tesi dell’avvocato Giordano, ha ribaltato la sentenza: l’imputato dovrà risarcire il danno in favore e rifondergli le spese processuali per entrambi i gradi di giudizio.
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