Uniti per il quartiere: una cittadinanza in rivolta
Quasi cinquecento firme per chiedere che nel centro storico di Palermo tornino legalità e sicurezza: questa mattina il banchetto del comitato Uniti per il quartiere, formatosi spontaneamente dopo l’escalation di violenze che ha colpito il cuore del capoluogo, ha raccolto tantissimi residenti e commercianti della zona, ormai schiacciati dai continui episodi di furti e rapine. Davanti la chiesa di Sant’Antonino in via Oreto, a pochi passi dalla stazione centrale, la parte sana della città vecchia si è riunita per dare più forza all’esposto che verrà presentato nei prossimi giorni al sindaco della città, al questore e al prefetto.
Un’azione chiara e decisa
Undici punti che sintetizzano la riunione dello scorso 21 dicembre, quando a seguito della fiaccolata di protesta i cittadini si sono riuniti nella chiesa di Sant’Antonino, formalizzando le proprie richieste alle istituzioni tra cui spiccano maggiori controlli, il recupero del mercato dell’Albergheria, lotta allo spaccio, presenza sul territorio e più pulizia. «Noi vogliamo semplicemente continuare a ricordare a chi ha la delega alla sicurezza che Palermo necessita di maggiore attenzione», spiega Antonio Nicolao, vice presidente della prima circoscrizione e ideatore dell’iniziativa insieme a fra Gaetano Morreale, parroco della chiesa di Sant’Antonio, e Maria Teresa Macchiarella, titolare del Gran Café Torino, salito alla ribalta della cronaca dopo aver subito quattro furti lo scorso mese di novembre.
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