Nuovi testimoni emergono nell’indagine su Via D’Amelio: poliziotti del ’92.

Il Contesto

Nel 1992, l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio, cinque poliziotti che operavano in questura a Palermo sono stati sentiti dalla Procura di Caltanissetta nel 2019. Questo avviene nell’ambito dei numerosi procedimenti aperti per fare chiarezza su quegli anni di sangue e sul destino dell’agenda rossa di Paolo Borsellino.

I Dettagli

Secondo quanto emerso dal processo di appello sul depistaggio delle indagini su via D’Amelio, che si tiene a Caltanissetta, gli ex agenti Mario Bo e Fabrizio Mattei sono sotto processo, mentre Michele Ribaudo è stato assolto. Durante il processo, è emerso che i cinque poliziotti sono stati sentiti a sommarie informazioni testimoniali per ricostruire le fasi che vanno dal possesso della borsa di Paolo Borsellino alle circostanze ancora non chiare della sua ricomparsa nell’ufficio del dottor Arnaldo La Barbera, capo della squadra mobile di Palermo all’epoca.

La Perquisizione

Una questione a parte è la perquisizione effettuata lo scorso settembre in casa dei familiari di La Barbera tra Roma e Verona. Il mandato di perquisizione, ancora coperto da segreto investigativo, è lungo venti pagine e per ora non può essere reso noto. La procura ha dichiarato che le indagini sono coperte dal segreto e pertanto non possono essere divulgate al momento.

Interventi e Richieste

A seguito della pubblicazione delle notizie riguardanti le indagini, è stata fatta una richiesta da parte delle parti civili per accedere agli atti. Tuttavia, la procura ha risposto negativamente in quanto le indagini sono coperte da segreto. Inoltre, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha espresso la necessità di fare massima chiarezza sulle intercettazioni che riguardano esponenti di Cosa nostra e del mondo del calcestruzzo.