Il reperto archeologico recuperato nel mare di Agrigento promette di segnare la storia dell’antica città, con ipotesi che suggeriscono una possibile appartenenza al celebre tempio di Zeus o addirittura la testa di un cavallo, un elemento iconico nelle rappresentazioni artistiche dell’epoca. Il reperto, in marmo proconnesio, di dimensioni 2 metri per 1,6 e 35 cm di spessore, è stato recuperato a 9 metri di profondità dai subacquei del Nucleo sommozzatori dell’Arma dei Carabinieri, in collaborazione con la Soprintendenza del mare, il Nucleo Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri e il Gruppo Subacqueo di BCsicilia.
La scoperta è stata resa possibile grazie all’insistenza e alla professionalità del Gruppo Subacqueo di BCsicilia, che ha effettuato un rilievo in 3D del reperto, rivelando l’eccezionale immagine di quello che sembra il particolare di un fregio del timpano di un tempio. Dopo i tentativi resi nulli dalla torbidità dell’acqua, il reperto è stato finalmente riportato a riva, e sarà oggetto di specifiche analisi, interventi di restauro e pulizia.
BCsicilia ringrazia tutti coloro che hanno contribuito al recupero del reperto, elogiando in particolare il Nucleo sommozzatori dei Carabinieri di Messina per aver portato a termine un’operazione alquanto complessa. Le immagini del reperto e del recupero sono disponibili per il pubblico, permettendo di apprezzare la bellezza e l’importanza storica di questo eccezionale ritrovamento.
Il video del recupero, disponibile online, testimonia l’impegno e la precisione con cui è stata condotta l’operazione di recupero, rendendo possibile la valorizzazione e la preservazione di un reperto destinato a segnare la storia archeologica dell’antica città di Agrigento.
– Reperto marmoreo
– Recupero subacqueo
– Restauro e pulizia
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