I segreti di un quadro scomparso: la storia del ritratto di Giacomo Matteotti
Una storia privata diventa pubblica
Di Massimo Genchi
La storia di un quadro scomparso, apparentemente privata, si rivela essere un affare di interesse pubblico. Si tratta del ritratto di Giacomo Matteotti, dipinto dal pittore Paolo Cicero nel 1924 su commissione di Rosario Antonio Genchi, mio nonno, ebanista di Castelbuono. Questo è il racconto di una vicenda che si intreccia con la storia politica e sociale del periodo fascista in Italia.
La commissione e la controversia
Paolo Cicero, un noto pittore dell’epoca, commissionò a Rosario Genchi un salotto e un étagère in stile liberty. In aggiunta, Genchi chiese a Cicero di dipingere un ritratto di Giacomo Matteotti, leader socialista assassinato nel 1924. Una volta terminato, il quadro finì per causare non pochi problemi a Genchi, in quanto venne notato dalle autorità fasciste per la sua aperta simpatia verso il movimento socialista.
La sparizione del quadro
Dopo diversi anni di controversia e pressioni da parte delle autorità, Genchi decise di donare il quadro alla sezione del Partito Socialista Italiano di Castelbuono. Tuttavia, dopo la sparizione del quadro dalla sede del partito, i tentativi di rintracciarlo sono stati vani. Il quadro è scomparso senza lasciare traccia, e le richieste di informazioni al segretario dell’epoca e al suo fratello sono rimaste senza risposta.
La richiesta di chiarimenti e la collocazione del quadro
Ora, alla luce di questa storia, mi rivolgo al pubblico per chiedere chiarezza. Chiedo all’ex sindaco Romeo, presunto custode del quadro, di porre fine al silenzio e di onorare la volontà del legittimo proprietario, Rosario Antonio Genchi. Il quadro, secondo la mia convinzione, dovrebbe trovare collocazione presso il Museo Civico di Castelbuono, insieme alle opere del pittore Paolo Cicero.
In conclusione, questa vicenda privata si rivela essere un’enigma pubblico irrisolto. La sparizione del quadro di Matteotti è un mistero che merita di essere risolto, non solo per il valore artistico e storico dell’opera, ma anche per il rispetto della volontà del suo legittimo proprietario. Speriamo che presto possa essere fatta luce su questa affascinante storia.
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