Riassumi questo titolo tra 55 e 66 caratteri Migranti, le contromosse del Viminale per difendere le norme ed evitare migliaia di ricorsi

Mekri Aymen, tunisino di 37 anni, giunto il 20 settembre scorso a Lampedusa, potrebbe infatti aprire la strada a migliaia di ricorsi.

in Tunisia le cure sono a pagamento. Motivazione considerata valida ma che il Viminale non ritiene invece fondata. La giudice catanese Iolanda Apostolico ha deciso anche il rilascio di altri due connazionali di Aymen, Miaad Hafed e Amin Drebali, 31 e 23 anni. Anche loro migranti irregolari, sbarcati a Lampedusa a fine settembre e condotti a Pozzallo in attesa che fosse definita la loro posizione, hanno invece riferito di essere stati costretti a lasciare il loro Paese perché minacciati di morte. Per tutti e tre, senza documenti, il Viminale ha disposto le procedure accelerate previste per chi proviene da Paesi inseriti nella lista degli Stati considerati sicuri e contenute dalla direttiva Ue del 2013, al centro anche del nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo che sta per essere firmato a Bruxelles. In Italia il provvedimento europeo è disciplinato invece dal decreto Cutro e ribadito anche nell’ultimo decreto legge del 14 settembre scorso. Lo stesso che prevede il pagamento della cauzione da quasi 5mila euro — anch’essa norma europea — da chiedere agli stranieri irregolari che vogliono evitare il trasferimento ai Cpr.

perplessità sulle motivazioni fornite dai due tunisini per spiegare il perché della loro fuga verso l’Italia.

dissidi con i familiari della sua ragazza i quali volevano ucciderlo ritenendolo responsabile del decesso di quest’ultima» annegata a luglio, secondo la versione del tunisino, dopo il ribaltamento dell’imbarcazione sulla quale si trovavano per arrivare con altre decine di profughi sempre in Italia.

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