Nulla di meglio dell’Avellino. A questo Messina serve proprio un avversario tanto forte quanto votato a offendere. Esperto e cinico quando serve. Una squadra non abituata a chiudersi per ripartire. Giallorossi che dovranno essere capaci di restare sempre in partita, fino alla fine.
RITMI ALTI – Modica lucidissimo nel presentare la sfida, soprattutto quando anticipa che la sua squadra dovrà imporre il proprio ritmo. Sì, perché l’Avellino vorrà attaccare come e quando preferisce, ma il Messina dovrà essere in grado di mandare fuori giri il più possibile il passo della squadra di Pazienza. Alzare l’intensità e provare a farlo finché serve. Senza paura, perché contro la Turris il sopravvento lo hanno preso timore nel difendere e paura di non vincere. Tutte scorie che andranno curate col tempo, ma che per essere smaltite hanno bisogno di una botta di autostima reale. I complimenti piacciono, ma se arrivassero dopo uno scalpo come quello dell’Avellino sarebbe altra storia. Impossibile anticipare risultato oppure alto o basso punteggio, troppe varianti in mezzo. Quello che si può provare a intuire è la tipologia di sfida: a viso aperto e con ribaltamenti continui. Il risultato in equilibrio aiuterà il Messina, muoverlo dalla propria parte dovrà essere seguito dall’intenzione di finire l’avversario. Il campo andrà coperto nelle due fasi e senza trascurare nulla. Avellino che, come detto, cercherà i quinti con insistenza mentre il regista giallorosso dovrà sacrificarsi sui tagli interni di Varela o di uno dei tre centrocampisti. Infatti, anche se l’uruguaiano non dovesse essere in campo non aspettatevi un Avellino più piatto. Modica sottolinea come le scelte non dipendano dall’età, una verità certificata dalla sua prima esperienza in giallorosso quando gli under obbligatori in campo erano quattro, ma quelli schierati anche sei o sette. Conta il valore e il rendimento, l’età molto meno. I dubbi ci sono, come la percezione che si possa tornare su alcuni punti fermi visti contro la Turris. Ballottaggio in difesa che resterà perenne con Ferrara che insidia Pacciardi, mentre la freschezza di Buffa stuzzica più della tecnica pura di Firenze.
Commenta
Messina-Avellino: a viso aperto, a tutto campo, fino alla fine
Messina GN